Manganese all’area ex Sacelit, Montanari: "quanto è pericoloso?"
L'associazione di tutela pubblica ALA interviene sullo stop ai lavori di bonifica
Nei giorni scorsi, l’assessore Ceresoni ha affermato che i lavori di bonifica all’ex Sacelit non sono terminati causa ritrovamento di manganese nelle acque sotterranee. Ma in realtà cosa significa tutto ciò? E’ una situazione sotto controllo oppure a rischio? E soprattutto come si procederà per il futuro?
Intanto vale sicuramente la pena portare a conoscenza che:
dalla MEDICINA DEL LAVORO del dott. Ferdinando Gobbato si evince la pericolosità di tale elemento presente ancora all’ex Sacelit di Senigallia.
Gli effetti sull’uomo sono: broncopolmonite chimica severa con febbre, escreato rugginoso, talora emottisi, danno funzionale grave. Dà inoltre origine a intensi fenomeni irritanti a carico dell’apparato respiratorio con complicazioni bronco pneumoniche (a focolaio singoli o multipli) a decorso protratto, non di rado a evoluzione sfavorevole.
La sintomatologia insorge con una latenza di 2 – 10 ore e con un quadro tipo “metal fume fever” febbre, brividi, mialgie e artalgie, sapore metallico, nausea e talora vomito, ma non tarda a complicarsi con senso di oppressione toracica.
L’evoluzione verso la guarigione avviene in 5-7 giorni. Il ripristino della funzione respiratoria è più lento e talora permangono postumi di danno funzionale.
In qualità di presidente di una associazione che si occupa della salute pubblica CHIEDO a chi di dovere di fornire eventuali chiarimenti a riguardo, possibilmente cercando di tranquillizzare sull’eventuale pericolosità presso la Sacelit, in particolare per gli abitanti limitrofi alla zona del ritrovamento di manganese.
da Carlo Montanari
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