Il senso del II Giugno, Festa della Repubblica
Considerazioni storico-politiche sul referendum che ha sancito la forma istituzionale dell'Italia
Il 25 aprile 1945 con la conclusione della guerra di liberazione si apriva per l’Italia una nuova epoca. I lineamenti erano molto incerti, l’Italia era alla ricerca di sé e del proprio ruolo tra gli stati, in una situazione di crisi profonda sotto tutti i punti di vista. Inoltre, più dell’apparenza, pesava la politica internazionale del dopo Yalta.
Durante la Resistenza, venne posticipato a fine guerra il problema istituzionale per formare governi di unità nazionale in funzione della lotta contro il nazifascismo (la cosiddetta “tregua istituzionale”).
In questa fase furono comunque conseguiti importanti risultati: il re avrebbe trasferito tutti i poteri al figlio Umberto (luogotenente del regno); la scelta tra monarchia e repubblica sarebbe stata affidata ad un referendum popolare; infine sarebbe stata eletta, in contemporanea un’Assemblea Costituente per definire il nuovo assetto politico dell’Italia.
La scelta tra monarchia e repubblica non era solo una scelta della forma di governo ma rappresentava una più complessa concezione politica.
I partiti moderati si facevano interpreti di un cambiamento nella continuità: conservare la monarchia, allontanando il vecchio re, fondata su più solide basi liberaldemocratiche. I partiti più radicali proponevano dall’altra parte una rottura totale col passato per cui la scelta repubblicana avrebbe dovuto accompagnarsi ad una rivoluzione anche economico/sociale.
Il 2 giugno vennero indette le votazioni per il referendum e l’Assemblea Costituente.
Per la prima volta veniva realizzato il principio democratico della sovranità popolare affidando direttamente ai cittadini la responsabilità politica dell’organizzazione statuale.
Il suffragio diventava autenticamente universale poiché votarono anche le donne, avviando così il loro processo di emancipazione.
Infine l’elezione dell’Assemblea Costituente secondo il più democratico sistema proporzionale consentiva a tutti i cittadini di avere la loro rappresentanza politica e ai partiti di misurare la loro forza sulla base dei voti ricevuti.
I risultati del referendum popolare sono noti: 12.717.923 voti a favore della repubblica; 10.719.284 alla monarchia. Le schede bianche o nulle (circa 1.500.000) non avrebbero cambiato il risultato.
Sottrarre all’Assemblea Costituente la scelta istituzionale, affidandola direttamente ai cittadini, fu un fatto importantissimo. Significò offrire uguali opportunità alla monarchia, dal momento che i partiti antifascisti erano per lo più filo repubblicani, e vanificare in anticipo le possibili accuse di brogli o pressioni elettorali.
Ma più importante ancora, liberare la Costituente dal problema istituzionale, consentì a tutte le forze politiche di collaborare cercando i punti di incontro tra le diverse ideologie cioè il principio democratico pluralistico, smussando quanto avrebbe portato ad una sterile contrapposizione.
Da questo lavoro comune è uscita la Costituzione Italiana definita un monumento giuridico o anche un compromesso storico, ma "nobile" perché in essa si conciliano i principi di libertà e uguaglianza, individualità e socialità, liberismo ed interventismo economico, maggioranza e minoranza, unità e decentramento.
di Laura Pierini
festa questa che va salvaguardata e rilanciata nel suo spirito nazionalista senza ovviamente eccedere nel razzismo. Oggi come oggi serve un minimo di "patriottismo" per difendere i nostri principi e i nostri ideali senza diventare l'albergo di nessuno...
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