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CNA, Senigallia ancora nella morsa della crisi

L'economia locale stenta a ripartire. Edilizia, impianti e manifatture evidenziamo ampie criticità

Massimiliano Santini CNA SenigalliaNiente inversione di tendenza per gli indici economici nel nostro territorio dopo il grigiore registrato nel biennio scorso e nonostante le fiduciose attese avanzate da molti esperti economici ed analisti finanziari, pare che anche il senigalliese, al pari di altre zone della regione, stenti a riprendere fiato e ricominciare a correre.

Lo dice il centro studi CNA che ha elaborato una serie di analisi condotte nel territorio di Senigallia, dalle quali si evince a chiare lettere un parziale alleggerimento della crisi, la quale, nonostante la persistente difficoltà generale, lascia intravedere alcuni spiragli presso le attività economiche più virtuose e preparate a salire sul lento treno della crescita.

Edilizia e impianti, da sempre settori di punta per l’artigianato locale, continuano a registrare il segno meno sui principali parametri di valutazione aziendali, ovvero fatturato, utili ed occupazione. Nella manifattura per la prima volta il saldo tra aziende in ripresa e quelle in difficoltà è positivo, mentre la stessa congiuntura nei servizi mostra accenni confortanti in vista del secondo semestre dell’anno. Nella produzione inoltre l’evoluzione congiunturale è favorevole per le imprese operanti solo in c.to proprio, mentre resta critica per il contoterzismo puro. In entrambi i casi la limitata ripresa registrata è frutto prevalentemente del fatturato locale, un timido apporto dal mercato nazionale e in misura del tutto marginale dalle esportazioni.

La situazione finanziaria che si delinea dalle differenze tra le dinamiche di pagamento di crediti e debiti continua ad essere difficile, poiché mentre i pagamenti dei fornitori sono orientati alla stazionarietà per una quota prevalente di imprese (80% del totale), la situazione degli incassi da parte dei clienti mostra segnali di ulteriore peggioramento, con allungamento dei termini di pagamento. Tutto ciò comporta a cascata un incremento dell’esposizione bancaria per il 40% delle imprese.

Un dato positivo giunge dagli investimenti per edilizia, impianti e servizi, questi ultimi in forte aumento (50% delle imprese ha deciso di investire nel 2010). Diverso il segno per la manifattura.

Ricorso alla cassa integrazione per un quinto delle imprese locali, con punte del 36,4% nella produzione.

Inoltre la CNA evidenzia una preoccupante divaricazione della forbice tra fatturato e utile, a dimostrazione del fatto che le aziende pur di lavorare e quindi di movimentare merci, alimentare le produzioni e mantenere l’organico aziendale in attività, sono disposte a ridimensionare gli utili di esercizio, in particolare per ciò che concerne l’edilizia e gli impianti.

dal Segretario della CNA di Senigallia Massimiliano Santini

CNA Senigallia
Pubblicato Lunedì 26 aprile, 2010 
alle ore 10:59
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