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Mancini: riflessione sul nostro stile di vita

Rifiuti, acqua pubblica, consumo territorio, uso delle auto, inquinamento: risposta alla lettera di Alberto Pancotti

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Roberto ManciniMi accingo ora, con grande ritardo, a rispondere allo scritto di Alberto Pancotti, “Auspici, un quesito e due modeste proposte”, pubblicato su 60019.it il 20 febbraio scorso. Il testo ci invita (la prima persona plurale è d’obbligo perché riguarda me al pari di tutti i cittadini) a considerare alcune scelte che attengono lo stile di vita, la quotidianità; questioni semplici in apparenza, più complesse certamente quando sono riferite all’intera comunità cittadina.

Alberto dice, in sintesi:

– di eliminare i rifiuti “a monte” piuttosto che differenziarli poi ovvero di usare in tante circostanze contenitori propri invece degli imballaggi;

– di difendere “i lembi di terra urbana rimasti”, cioè gli orti interni alla città;

– di lottare contro l’inquinamento dell’aria e non solo le PM10 e l’amianto, ma anche le più pericolose nanopolveri;

– di lottare contro l’inquinamento dell’acqua che, essendo il miglior solvente, viene usata in tante lavorazioni piccole e grandi e poi scaricata nelle fogne o in mare;

– di limitare la velocità e l’uso (o l’abuso) delle automobili.

Su tutto questo, posso dire che c’è la mia condivisione: nella dimensione personale o familiare l’attenzione è già presente. Da sindaco occorreranno progetti (qualcosa c’è già nel programma) che tocchino la cultura innanzi tutto e pure l’organizzazione di taluni servizi o ambiti che, lasciati così come sono o come si “sviluppano”, creano guai piuttosto seri rispetto ai quali, troppo spesso, facciamo come gli struzzi.

Poi, Pancotti tocca il turismo e chiede se non sia preferibile un turismo “proporzionale alla storia di questi nostri luoghi”. Per me la risposta è scontata: il fattore maggiore di attrazione non sono gli “effetti speciali” ma Senigallia e i senigalliesi. Sono convinto che i turisti cerchino ovviamente efficienza ma soprattutto autenticità. Se la città sarà bella, vivace e funzionale per noi, sarà attraente per loro. Se riscopriremo storia e cultura, tradizioni e abitudini, saremo più contenti noi e loro, che riceveranno emozioni dal risiedere anche per pochi giorni in una terra dove si senta il genius loci: Senigallia, non un club vacanze uguale a tanti altri. Ed anche in questo caso, occorre progettare, pensare al futuro ed il Comune può fare la sua parte.

Infine, Pancotti propone “di approntare non più di quindici cannelle” in città, alimentate con l’acqua che proviene direttamente da Gorgovivo, escludendo qualsiasi miscelazione. Acqua pubblica, pura, a disposizione dei cittadini gratuitamente (certo, ad esclusivo uso alimentare); una sorta di uso civico con modalità da mettere a punto. Bene. Studiamo come si possa fare, rispettando l’acqua ed evitandone sprechi.

Da ultimo, riprende il tema dell’abuso dell’automobile e ci invita ad andare a scuola, in chiesa e in palestra a piedi per ottenere subito una diminuzione dei flussi di traffico. D’accordo, io quasi già lo faccio usando normalmente la bici; proporlo a migliaia di persone, ancora una volta è questione di cultura e di scelte riguardanti l’uso del territorio, il funzionamento dei servizi.

A questo punto, aggiungo io un elemento per ringraziare Alberto delle sue sollecitazioni: ci hai fatto pensare in modo non rituale a problemi che sono non certo gli ultimi della città. Speriamo di continuare ed allargare gli attori di questo confronto, tanto da farlo diventare una prassi permanente. La primavera di Senigallia.

da Roberto Mancini

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