Leggendo l’ “appello al voto” del candidato al consiglio comunale Dario Romano e pochi giorni or sono dell’altro candidato Alberto Bartozzi chiara mi appare la scuderia di appartenenza. Nessuno tra i vari candidati delle altre liste (e siamo davvero in tanti) si è mai permesso di fare i “conti in tasca” a nessuno degli altri competitori, non perché ritengo, non ce ne siano i mezzi, anzi, quanto piuttosto perché gli altri giovani hanno del buongusto unito ad un pizzico di umiltà.

Il tentativo di sminuire (e mi domando sulla base di quali reali considerazioni) giovani o meno giovani è triste. Potrei sicuramente trovare sinonimi migliori, ma credo che l’uso di “triste” renda bene e definisca questa nuova classe emergente che prima di aver dimostrato alcunché si presenta ai cittadini come: gli unici e veri giovani che meritano il consiglio, perché vogliono, possono e udite, udite: hanno competenze.

Personalmente ho fatto più e più volte notare (quando frequentavo la loro sede) che sarebbe stato meglio lasciare a casa la tracotanza, ma forse sbaglio io, magari paga di più. Certo è che non ho intenzione di lasciar passare il messaggio che siano da Mangialardi i giovani detentori di capacità.

Non dubito che come gruppo giovani del PD abbiate fatto cose importanti anche se ora non mi sovvengono alla mente, ma siccome io di anni ne ho 30 e un po’ di esperienza me la sono fatta, qualcosina ho imparato e sono altresì cosciente che sebbene rapportato ad altri giovani sia abbastanza, so che in realtà è solo “qualcosina” e ritengo la mia esperienza politica un continuo apprendimento.

Consiglio pertanto a questi giovani di occuparsi di se stessi, di continuare a studiare, maturare e di non improntare la loro legittima campagna elettorale su tali sciocchezze.

Inoltre di programmi e di intenti possiamo tutti dirne quanti vogliamo; basta leggere o ascoltare le interviste di Mangialardi e scopriamo che le priorità sono la sostenibilità, il verde, il sociale. Credo quindi che arrivati ad un certo punto occorra non tanto sciorinare programmi quanto passare ai fatti.

Rimane che il PD ha amministrato Senigallia per anni e che quello che è stato fatto è stato fatto, quello che non è stato fatto non è stato fatto e che quelle che sono state le priorità si sono viste. Ritengo opportuno parlare di questo. Il resto, come ad esempio firmare un programma di coalizione in cui si dichiara il limite di 2 mandati per favorire il legittimo ricambio generazionale e nell’arco di un mese chiedere deroghe e rimettersi nuovamente in lista, sono solo chiacchiere o no?

da Laura Lavatori
Candidata consiglio comunale lista civica “Progetto Giovani”