Caso Cogesco: la Lista Gazzetti dissente
Gazzetti, Perini, Ciabattoni: "se vinceremo le elezioni, chiuderemo gli enti per dare fondi al sociale"
L’art.2 comma 186 della legge finanziaria 2010 (v. //www.altalex.com/index.php?idnot=47454), reitera l’imposizione dell’obbligo, per gli enti locali, di sopprimere i consorzi intercomunali non obbligatori per l’esercizio di funzioni, di cui all’art.31 d.lgs. 267/00.
Nel senigalliese, le disposizioni relative alla semplificazione organizzativa del sistemadegli enti locali non sono state applicate, ed abbiamo ancora un consorzio alla ricerca della sua ragione d’essere, o della sua identità: il COGESCO.
Il COGESCO era nato per la gestione di colonie marine e soprattutto del ciclo dei rifiuti, ma alcune recenti riforme hanno individuato modelli organizzativi incompatibili con la permanenza in vita del Consorzio, che invece ha continuato a cercare di sopravvivere.
Nell’idea dell’Amministrazione uscente il COGESCO è una risorsa, e non deve essere soppresso, quindi deve continuare ad avere i suoi amministratori, il suo direttore, ed i suoi collaboratori.
Il COGESCO dovrebbe essere la struttura operativa dell’Ambito territoriale sociale. Quest’ultimo si occuperà della programmazione delle politiche sociali, lasciando al COGESCO la gestione.
Alle due strutture impegnate nel sociale, dovremo aggiungere anche gli uffici comunali preposti ai servizi sociali che non sono stati funzionalmente integrati nell’ambito territoriale sociale, nello spirito della semplificazione che era stato delineato dalla legge quadro di riforma.
Questa fioritura di enti e strutture, per il sociale, è un’esclusiva dell’ambito sociale di Senigallia: siamo i migliori, per numero di uffici.
In altri ambiti sociali è sufficiente una convenzione fra Comuni, per la gestione dell’ambito sociale, ed è il Comune capofila a promuovere la programmazione dei servizi, con il risparmio dei costi di enti da sopprimere, e dei relativi direttori.
Se vinceremo le elezioni, chiuderemo il COGESCO non solo per rispettare la legge, ma anche per finanziare con il risparmio i servizi sociali, a rischio a causa dei noti tagli al fondo sociale nazionale, dei quali pare non accorgersi nessuno, quando si tratta di fare scelte sulla riduzione del numero di enti.
da Primo Gazzetti, Matteo Perini e Marino Ciabattoni
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