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Alla Fenice di Senigallia le contraddizioni umane di Rezza e Mastrella

Comicità e irriverenza nello show dei due talenti teatrali, a nudo le contraddizioni della nostra società

FAB Arredamenti Standard

Antonio Rezza e Flavia MastrellaDomenica 14 marzo, ore 21.00, al teatro "La Fenice" di Senigallia, andrà in scena lo spettacolo "Pitecus" di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Uno spettacolo comico e irriverente, spietato e travolgente, dove due delle personalità artistiche più originali della scena teatrale italiana e internazionale si scagliano sulle contraddizioni della nostra società.

Lo spettacolo, promosso dall’Associazione "Bubamara" e dal Comune di Senigallia, Assessorato alle Politiche Giovanili, curato da Lorenzo Franceschini, avrà un biglietto unico di 10€.
Info e prenotazioni: teatro "La Fenice", via Cesare Battisti 19 (Senigallia), tel: 0717930842, 3351776042. Orario apertura biglietteria: ogni giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 16.30 alle 20.30.

Nel pomeriggio di domenica 14 marzo incontro con Antonio Rezza e Flavia Mastrella al Centro di Aggregazione Giovanile “Bubamara” di Senigallia, di fronte al casello autostradale, tra il Cityper e il Multisala. Ingresso libero, ore 16.30.

PITECUS

Pria che l’uomo canti due volte e rinneghi il suo spirito libero, lì, a contatto di gallo, l’uomo alzerà gomito e cresta e cozzerà le sue basse ambizioni contro un soffitto di inutile speranza

regia Antonio Rezza, Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
Quadri di Scena Flavia Mastrella
Testi Antonio Rezza

Gidio è chiuso in casa, Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il professor Stella, videodittatore dipendente, mostra a migliaia di telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita dell’omosessualità del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la vita così come viene, cosciente del suo fascino fuggevole.
Mirella prega intensamente le divinità per essere assunta alle poste, Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano a tracotanza.

La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci, tenta di asfissiare il corpicino bambino.

Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la radiosveglia mentre mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti.

Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo-droga, un signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perché a sprazzi, non la riconoscono più. Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e convinzioni, esseri senza ottimismo dividono il proprio corpo pur mantenendo intatto l’istinto luciferino.

Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi dei vasi di stoffa variopinti, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dalle sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell’incomprensione media.
Il quadro di scena è la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato.

È uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.

Antonio RezzaPITECUS racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati.

Non esistono rappresentazioni positive
, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.

I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.

Per quanto riguarda i quadri di scena, che consideriamo un’operazione di arte applicata alla drammaturgia, essi conferiscono allo spettacolo un linguaggio figurativo che mischia colori e parole.
L’uso dei materiali si rifà all’arte povera anche se un occhio é sempre attento alla moda ed al costume che influenzano mentalità e portamento dei personaggi.

Nei quadri di "PITECUS" prevale il triangolo, figura mistica un po’ per tutte le religioni: teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi di volto incattiviscono somatismi già di per se malvagi e corruttibili. Colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al mondo dell’infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno. La stoffa avvolge i personaggi completandoli: juta, seta, cotone, sintetici, plastica, li rendono opachi o scintillanti.

Parti di corpo che aggrediscono parti di realtà, porzioni di arti che inveiscono contro la narcosi che sembra fare scempio di uomini e desideri, parole tronche che inneggiano alla libera immaginazione: non é stato inventato tutto, non tutto é stato enunciato, le parole sono infinite ed infinite le combinazioni, chi vuole farci credere che non c’é più nulla da scoprire é il primo nemico da combattere.

PITECUS si scaglia contro la cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa.

Video: 123

da Lorenzo Franceschini

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 3 marzo, 2010 
alle ore 17:00
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