Nel caso di un incontro di boxe si può capire perché lì la tecnica di comunicazione coincide con il bisogno del pugile di caricarsi, di darsi un appiglio psicologico per accettare i tanti colpi che comunque subirà a prescindere dal risultato dell’incontro.

Ma nel caso dei candidati in questione che dicono, l’uno che vincerà al primo turno, e l’altro che andrà sicuramente al ballottaggio se non addirittura che sarà vincente al primo turno, lo stesso comportamento di un pugile non si può capire. Sarebbe una regressione anche rispetto alla politica dei sondaggi di cui tutti vediamo la strumentalità, ma che almeno cerca di agganciarsi ad alcuni elementi di scientificità.

Non mi piace immaginare i nostri alle prese con riti scaramantici che presumibilmente fanno da preludio a dichiarazioni così piene di sicumera. Personalmente ritengo che il risultato di queste elezioni non sia facilmente prevedibile, salvo che per alcuni punti di partenza che lo sono oggettivamente.

Certo il PD rappresenta un blocco consistente, ma qui conteranno gli scontenti delle primarie, i fuoriusciti, il giudizio che daranno gli elettori sulla qualità dell’amministrazione uscente ecc…

Il PDL è ugualmente un contenitore potenzialmente forte, tanto più sembra esserlo con la Lega, ma allora perché fino alla fine si è cercato altro, dimostrando con ciò più debolezza ed incertezza che consapevolezza dei propri mezzi?

Noi siamo certamente gli outsiders, siamo un piccolo schieramento, predestinato, dagli avversari, a fare il vaso di coccio.

Abbiamo solo una ferrea speranza (nostalgia del futuro), quella che la gente voglia scegliere questa volta dopo aver valutato idee e programmi e su questi, come abbiamo dimostrato nel corso di questa campagna elettorale, siamo secondi a nessuno.

da Primo Gazzetti