Sfaccettature di un porto…rifatto
Due segnalazioni sui punti critici bisognosi di un intervento: sposta, dipingi, ma i ritocchi si vedono!
E’ arrivata in redazione da parte di un lettore questa e-mail, che riporto, corredata di foto: “Invio in allegato le foto scattate al porto di Senigallia dove si sono utilizzati i bidoni della spazzatura per valorizzare la statua di S. Andrea e per invitare i viandanti a rilassarsi sulle panchine: non c’era altro posto dove piazzarli??? Chissà quanto sarà costata la consulenza per il posizionamento accurato dei suddetti bidoni. Come potete notare vicino la statua di S. Andrea c’è anche il rinforzo, (che squallore)! Un saluto. N…”
Ho voluto sincerarmi, andando sul posto, ma qualche cosa in breve tempo era stata cambiata. Intanto vicino a S.Andrea si è fatta più pulizia, alcuni cestini sembra abbiano mutato posizione.
Dovevo però compiere, un altro accertamento su indicazione di una signora, che mi segnalava che alcune luci poste sul molo si stavano rovinando. Ho potuto rilevare, infatti, che i lampioncini a muro posto sul lato del molo nuovo lato Misa, sono di già arrugginiti.
L’inaugurazione del nuovo porto, se non vado errato è avvenuta il 15 di novembre del 2009. Una cerimonia sfarzosa, tanto che ancora sul casottino dei manovratori della passerella sul Misa, ancora ne campeggia la locandina, quasi a perenne ricordo. Vero è che però la ruggine la fa già da padrone in neppure 80 giorni dal taglio del nastro. Nessuno ha pensato che l’acqua di mare, con la sua salsedine, corrode più di quella dolce e che in quel punto quando ci sono mareggiate, le onde arrivano sulla passeggiata? Saranno anche belle queste luci, ma il progettista evidentemente o era digiuno di problemi marini o ha errato il posizionamento o la scelta: forse la Plastica Autoestinguente sarebbe stata più consona.
Alzando gli occhi al cielo, e neppure di tanto, ho potuto vedere la serie di nuovi lampioni che sono andati ad arricchire il campionario cittadino. Non sto qui a giudicare se essi siano di aspetto più o meno gradevole, perchè definire il bello è del tutto personale. Però, se permettete, mi viene da chiedere: ma quando si progetta, non si stende un piano di lavoro omogeneo nel tempo, nei materiali, negli acquisti dell’oggettistica da posizionare?
Ritornando a casa, guardavo appunto l’illuminazione: ogni via ha i suoi lampioni. Via Verdi ne ha in questo momento tre tipologie di lampioni: i nuovi che stanno piazzando nel tratto nord, i classici a metà percorso, a palle nel tratto finale verso la città. Quelli del lungomare sono a palla, quelli di Via Piave a stelo alto e di forma spigolosa, quelli dei ponti e di Via Carducci richiamano i vecchi lampioni a gas dell’ ‘800, alcuni a stelo alto, altri basso, una sensazione di scoordinamento, altro che architettura d’avanguardia! Come la pavimentazione del porto: un caleidoscopio di colori, con varie intensità di arancio, rosso, giallo, lastricato con mattonelle o asfaltato, nuovo e vecchio, tutto mescolato.
Le foto non sono come le parole, parlano e restano nel tempo.
di Franco Giannini
In effetti poco pratico il cestino e la panchina disposti in quella posizione ma rivela l'insipienza di mare il fatto che la grossa bitta di ormeggio risulta quasi impraticabile. Ma questo attenzione non ha colore politico. Viene proprio dal fatto che l'economia (e l'imprenditoria) sono spesso completamente slegate da considerazioni di utilità e buon senso e men che meno sanno tenere bene conto degli aspetti naturali e umani del paesaggio (la salsedine, le cime di ormeggio) che spesso semplicemente dimenticano o forse (plausibile) ritengono secondari.
COme fa un senigalliese D.O.C. come me a mettere la barca nel porto di tutti i senigalliesi? (così recitava il manifesto dell'inaugurazione) Provate a chiedere alla gestiport guardate come vi rispondono!
I lampioncini a muro NON si stanno arrugginendo. La questione è stata chiarita più volte e in varie sedi. Si tratta di una lega di acciaio speciale (e molto costosa) che crea una patina protettiva che consente, fra l'altro, di evitare i periodici interventi di manutenzione. Una spiegazione si trova anche qui http://www.comune.senigallia.an.it/senigallia/Senigallia/partecipo/il_sindaco_risponde/gennaio_2010/16981.html
per m.s.
questo è quanto ho ricercato e trovato su internet:
http://www.siderservizi.com/corten.htm
e di cui riporto un piccolo passo:
"La composizione chimica del COR-TEN A , comunemente denominata "al fosforo", conferisce a questo tipo di acciaio una resistenza all'attacco degli agenti atmosferici da cinque a otto volte superiore a quella di un comune acciaio al carbonio.
Il COR-TEN A è l'acciaio che più si presta per essere impiegato allo stato non pitturato e, per il suo gradevole aspetto, si rivela particolarmente idoneo per applicazioni "architettoniche".
In pratica si può affermare che, in atmosfera industriale o rurale, la corrosione del COR-TEN A non verniciato si arresta dopo aver provocato una diminuzione di spessore di circa 0,05 millimetri, mentre, in ambiente marino progredisce leggermente col passare degli anni, pur rimanendo decisamente inferiore a quella riscontrata nei comuni acciai al carbonio."
indi per cui ritengo che pur essendo stati usati dei materiali plastici, si sarebbe speso meno e si sarebbero evitati interventi di manutenzione ed evitato di macchiare il terreno su cui poggiano facendo soffrire quell'estetica e quell'immagine su cui tanto si punta!
Comunque il tempo darà ragione a chi la merita.
Grazie, in ogni modo per la sua puntuale e gentile segnalazione.
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