Si è svolto venerdì 22 gennaio, all’Auditorium San Rocco, un dibattito sulle possibili politiche sostenibili e solidali da attuare nel Comune di Senigallia. Tre sono stati gli interventi che hanno caratterizzato la serata.

Roberto Mancini, candidato a Sindaco per Senigallia, parlando del problema del lavoro e di una politica equa e sostenibile, ha sottolineato come il Comune debba costruire un’operatività per creare dei servizi che ad oggi non esistono e, avere la capacità di metterli a disposizione delle attività produttive e dei cittadini stessi. Fondamentale è la tutela del patrimonio, che deve diventare un valore irrinunciabile.
L’idea di fondo è quella di incentivare le produzioni locali al fine di farle divenire un “marchio” da esportare in tutte le Marche, in Italia e anche fuori dai confini nazionali. Le valli del Misa e del Nevola, che hanno come capitale “Senigallia”, devono essere messe in grado di far conoscere e mettere in distribuzione i prodotti che nascono da queste terre. La pesca e l’agricoltura nostrana, secondo Mancini, non devono essere prodotti di nicchia da utilizzare in occasione delle feste o come regalo “sfizioso” per un compleanno, ma devono essere sempre presenti almeno nelle nostre tavole.
Queste iniziative, collegate ad una concezione del turismo che non sia solo riconducibile ai due mesi estivi, ma che, con una diversa politica legata al territorio, dia spazio oltre che alla “Spiaggia di Velluto” (comunque un bene fondamentale e da preservare per la nostra città) anche alla cultura, ai beni storici, artistici e culturali, porterà a Senigallia e al suo indotto una diversa cultura del fare (legata ai concetti di rispetto del territorio e dell’ambiente) e soprattutto nuovi posti di lavoro.

Lucio Cimarelli, Presidente del Consorzio Solidarietà, nel suo intervento ha posto l’accento sull’esigenza di coltivare un’economia di pace, diversa da quella che ha governato il mondo finora. La crisi economica ha provocato licenziamenti, cassa integrazione e chiusura delle fabbriche: è doveroso quindi mettere in luce le contraddizioni che hanno portato a questa situazione, modificare gli sbagli e adottare una economia difforme, basata sulla cooperazione, che stimoli la domanda dei bisogni collettivi e contenga quelli individuali.
Le strategie da adottare secondo Cimarelli sono molteplici: incentivare il commercio etico strutturando mercati paralleli (che già in molte realtà, come la nostra, già esistono) improntati alla solidarietà; adottare prodotti biologici e equosolidali, favorire la bioedilizia, l’housing sociale, il risparmio energetico e l’uso della carta riciclabile; sostenere i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e cominciare a consegnare negli uffici del Comune macchinette distributrici di prodotti biologici ed equosolidali.

Davide Guidi, Presidente della Rete Economia Solidale delle Marche e autore del libro “Fare la Pace”, ha messo in risalto come anche i Comuni possano e debbano utilizzare metodi “diversi” per governare. Politiche dell’immigrazione, politiche dei beni comuni, politiche sociali, sono solo alcuni degli esempi che un Comune virtuoso e sensibile al discorso della pace può determinare. Esigenza primaria deve essere quella di affrontare le emergenze e garantire una dignità agli ultimi, ai malati, ai disoccupati e ai senza fissa dimora.
Da un punto di vista economico-partecipativo c’è l’esigenza di fare rete (interne ed esterne), cioè di mettere in contatto e far collaborare tutte le associazioni che hanno voglia di dire e fare delle cose. Fare rete non solo con i propri cittadini, ma anche in un’ottica più grande che preveda la formazione di coordinamenti regionali e nazionali. Solo così si può determinare un quadro sociale armonico e che produca risultati ed effetti anche a livello economico-produttivo.

dal Comitato Mancini Sindaco