Senigallia, il parco della Cesanella tra piani e varianti
"Senza trasparenza manca la partecipazione: toglieranno altri pezzi di parco per nuove edificazioni"
Molti Comuni pubblicano on line le proposte di delibera, e aggiornano, con documenti e non con proclami, sull’iter dei procedimenti più importanti, che interessano la collettività. Questo tipo di trasparenza manca a Senigallia, per cui ne risente la partecipazione democratica di chi vorrebbe vedere le carte, ma in Comune non può farlo, e deve accontentarsi degli spot e del Piano del verde.
Ma veniamo all’analisi della proposta di variante.
Nella proposta di variante, non compare il campus scolastico, ma potrebbe sopravvenire la sua comparsa dopo le elezioni, con un’altra variante, perchè diversi esponenti della maggioranza ci hanno pubblicamente manifestato l’intenzione di fare proposte in tal senso.
Forse non è questo il momento per far vedere che toglieranno un altro pezzo di "Parco".
Un altro aspetto della variante, che colpisce, è il richiamo che il Comune di fatto rivolge a sè stesso, per non essere riuscito ad acquisire tutte le aree dai privati, se non per il 28%.
Eppure l’Amministrazione aveva promesso entro il 2009 l’inizio dei lavori per il "Parco".
E’ un ammissione di responsabilità, questa, perchè il Comune aveva il potere di eseguire d’ufficio il piano particolareggiato ed acquisire le aree, con una variante che prevedesse l’esecuzione d’ufficio, ma non proceduto all’esecuzione d’ufficio, in questi venti anni di fase attuativa del piano particolareggiato per il "Parco".
Il Comune è stato invece velocissimo quando si è trattato di trovare spazio per l’espansione edilizia e per fare cassa, con il consumo del territorio e la valorizzazione immobiliare di aree acquisite per il "Parco".
Ai cittadini ancora proprietari delle aree da cedere per realizzare il Parco viene inoltre proposta una cessione più vantaggiosa di quella alla quale si sono sottomessi coloro i quali hanno già ceduto il proprio terreno al Comune.
Questa disparità di trattamento fra chi ha resistito, e chi ha invece accettato le regole iniziali è ingiusta, penalizza i cittadini ed il territorio, e non si giustifica con l’addotta complessità delle procedure e con la loro presunta inadeguatezza.
Fino ad oggi le regole sono queste, in parole povere: la cessione al Comune del terreno agricolo per il "Parco" comporta l’indennizzo e la restituzione al privato del 15% della sua superficie, come edificabile, in aree individuate ai margini del "Parco", oltre alla cessione al Comune delle aree destinate all’urbanizzazione secondaria, con facoltà di trattanerle pagando la cd. "monetizzazione" al Comune. Una cessione poco vantaggiosa per i privati, ma sempre meglio degli € 1,60 offerti ai cittadini che hanno contenziosi aperti con Autostrade spa. L’esproprio è un sacrificio per tutti, si dice spesso.
Invece si prospetta, grazie alla variante, una disciplina diversa: il computo delle aree, da destinare al Comune come standard urbanistico, nell’85% da cedere per il "Parco", quindi la superficie edificabile per il privato sarà maggiore e non dovrà essere pagata la "monetizzazione".
Così si sbloccherà l’acquisizione delle aree, o si darà spazio per altre richieste di condizioni ancora migliori? Proponiamo che in caso di mancato accordo per la cessione delle aree al Comune, quest’ultimo provveda d’ufficio all’esproprio, affinchè il "Parco" sia realizzato in tempi ragionevoli.
Altri pezzi di "Parco" se ne vanno, con la variante, anche nei pressi nel fosso della Giustizia, con nuove ed ulteriori edificazioni. Il futuro potrebbe veder sacrificati altre porzioni di "Parco", fino a ridurlo ad un giardino.
Siamo stanchi delle promesse, e se questa è la variante per realizzare il "Parco", dovremo aspettare ancora altri anni, per poi avere un giardino.
dal Comitato Pro Cesanella e non solo!
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