Senigallia, il parco "poco" Sociale al Vivere Verde
Quando i diversamente abili e non solo, sono ignorati da "disattenti" diversamente utili
Il giovedì, è il giorno in cui al Centro Sociale del Vivere Verde, distribuiscono le buste per la raccolta differenziata. Si da nome, cognome ed indirizzo e si riceve il proprio rotolo di buste. Così ho fatto anche questa volta, solo che all’uscita del Centro Sociale sono stato avvicinato da un signore, presumibilmente un pensionato avendolo giudicato avere all’incirca la mia stessa età, che mi ha chiesto: “Ho capito bene…? lei si chiama Giannini?” Alla mia affermazione mi ha chiesto allora: “…chi è, quello che fa gli articoli su…su…” gli sfuggiva il nome del giornale ed allora l’ho aiutato.
“Se allora non gli è di disturbo, gli volevo far vedere cosa c’è qui…!” E portandomi sul retro del Centro Sociale, mi fa vedere la scorciatoia che porta all’edicola passando attraverso il parco. E mi racconta intanto che la figlia deve fare tutti i giorni il percorso più lungo che fiancheggia la strada fino alla rotatoria e poi fino all’edicola, portando nel passeggino il bambino più piccolo e per mano quello più grande (si fa per dire) da portare all’asilo nido, perché ci sono i gradini e poi il camminamento come lo si può vedere dalle foto e dal filmato. Un vero percorso da cross!
“So che esponendoglielo così può sembrare un problema del tutto personale”, mi dice, “ma che poi tanto non lo è, perché mancano protezioni sui gradoni, che sono un pericolo per chiunque, non c’è un corrimano sulle scale, i lastroni sono sconnessi, rotti, mancanti, e sollevati dal terreno. Dove tutti possono inciampare e cadere, in principal modo gli anziani e quando il buio avvolge il parco. Scarsa l’illuminazione…quasi nulla”. Ed aggiungo io che l’abbattimento delle barriere architettoniche è una dimenticanza a cui nessuno ha mai provveduto. E si, che chi più adopera i percorsi abbreviati, sono proprio coloro che hanno problemi di deambulazione!
Non si comprende bene il perché il progettista abbia fatto un percorso in cemento perfettamente scorribile fino all’ingresso dell’asilo nido ed invece abbia usato le lastre singole sul percorso erboso. Se lo si era ritenuto farlo per un motivo estetico, questo con la carenza di manutenzione, ora non lo è più. Ogni cosa lasciata all’incuria totale si depaupera è diviene inutile, brutta quando poi non diviene pericolosa.
Anche qui, come per altre mie segnalazioni, non si richiedono opere ciclopiche, progetti urbanistici che scomodino celebri architetti, spese esose che svuotino le già magre risorse comunali, ma un lavoro fatto in economia con risorse della mano d’opera comunale, sistemando la pavimentazione, creando un percorso idoneo ai diversamente abili, e delle balaustre di sicurezza sui gradoni. Non credo poi sia chiedere troppo!
Testo e foto di Franco Giannini
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