Imprenditore di Rimini "ruba" e brucia la sua auto a Senigallia: denunciato
Le indagini della Polizia smascherano una tentata truffa all'assicurazione
Dopo alcuni mesi di indagini da parte della Polizia di Senigallia, il siciliano G.Q., di 45 anni, residente a Rimini, è stato denunciato con l’accusa di incendio e simulazione di reato, in riferimento all’episodio doloso che ha coinvolto la sua BMW in località Montignano.
Il fatto, risalente appunto ad alcuni mesi fa, aveva richiamato sul posto uomini della caserma dei Vigili del Fuoco di Senigallia insieme ad agenti del Commissariato, che si trovarono di fronte ad una vettura completamente distrutta dalle fiamme, ma della quale era ancora leggibile la targa. Il proprietario, G.Q., fu contattato la mattina seguente ed ai poliziotti dichiarò di aver parcheggiato la BMW, chiudendola come al solito, e che si era da poco accorto del furto della stessa, motivo per cui stava per recarsi a sporgere denuncia.
L’ipotesi iniziale fu quindi quella di un gesto di ritorsione nei confronti dell’uomo, imprenditore, ma la versione che lui stesso fornì agli agenti non risultò molto credibile. Venne infatti richiesto che le chiavi in possesso di G.Q. fossero consegnate agli inquirenti, i quali, tramite un confronto con i dati riportati sul computer dell’auto, hanno potuto stabilire che la vettura è stata condotta fino a Montignano di Senigallia utilizzando per l’appunto una delle chiavi del proprietario; anche i movimenti registrati dal Telepass hanno dato conferma alla tesi finale elaborata man mano che le indagini proseguivano: G.Q. ha architettato il finto furto ed il successivo incendio della sua auto per operare una truffa all’assicurazione, motivo per cui la denuncia è scattata automatica.
di Luca Ceccacci
Ho sentito gente concionare convinta: "Certo che affiderei le mie cose a un imprenditore, sa il fattio suo e sa come far girare i soldi, è gente pratica che si sa muovere, ha fatto sacrifici e si è fatta da sè. E' ora di cambiare la classe politica italiana fatta di papaveri e sapientoni politicizzati e pieni di ideologie, affidiamo l'Italia intera a un imprenditore e vedrai come la farà girare...."
Raramente previsioni furono più azzeccate e conformi alla realta dell'imprenditoria italiana. E pensare che in alcuni paesi ammirevoli (Gran Bretagna, USA, Germania) il senso civico e il senso degli affari vanno a braccetto con il vanto di pagare le tasse che è come dire "sono un cittadino a pieno diritto". In Italia fare l'imprenditore e seguire le regole e pagare le tasse, cioè contribuire il dovuto alla vita della nazione (scuole, ospedali, rottamazioni, salvataggio di banche...ecc ecc) suonerebbe come "sono un vero minchione..."
Lo chiamarono il Bel Paese e mi sa che quei sinceri ammiratori, accecati dalle bellezze naturali, non immaginavano la grossolana ironia.
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