Senigallia, il silenzio concreto del Centro di aiuto alla vita
Storie di realtà che lavorano senza le luci dei media. Ogni anno 50 bambini nati grazie al Centro
Ci sono delle realtà che spesso ci sfuggono e di cui ne vieni a conoscenza casualmente. E proprio perché ti si presentano all’improvviso ed inaspettatamente ti lasciano maggiormente stupito. Giorni orsono, facendo alcune ricerche per un altro servizio sulla povertà cittadina, chiedevo ragguagli ad una persona che conoscevo come volontario di un’associazione benefica. Così parlando della situazione cittadina, il discorso si ampliava e cadeva anche sul problema aborto, sulla RU486, che ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica, che si è accalorata non poco al problema.
In questa occasione gli italiani si sono riscoperti tutto ad un tratto, chimici, medici, teologi, facendosi colpire dalla solita ondata di emotività del momento schierandosi subito nelle solite fazioni di abortisti e di antiabortisti.
I politici, tuttologi di professione, sembra che siano giunti a delle conclusioni salomoniche, incontestabili in quanto come sempre vanitosamente ritengono, infallibili nella loro efficacia sia fisica che morale, ma che a ragion del vero, per il mio modo di pensare da ateo agnostico, neppure mi son curato di seguire.
Gli Italiani fino ad ieri erano ritenuti un popolo di Santi, Poeti e Navigatori. Ma non è vero che siamo poi proprio così, perché a questi si bisognerebbero allora aggiungere anche gli aggettivi di Esperti, Emotivi, e in principal modo “Scordarecci”. Discutiamo di un problema per 10 giorni poi non ce ne curiamo più: il Caso di Eluana Englaro, uno dei tanti ci insegna… doveva essere varata una legge immediatamente per risolvere un problema di coscienza, ed ancora tutto è fermo.
Con il problema della pillola è la stessa cosa… un problema di coscienza, ma questa volta non solo. Perché al problema morale si legano spesso problemi di carattere economico, sociale, etnico, famigliare. Ma di questi problemi, sembra che lo Stato si occupi ben poco e solo marginalmente.
Ecco allora, che parlando con il mio interlocutore sono venuto a conoscenza che qui a Senigallia c’è un Centro che si è fatto carico di aiutare le mamme a risolvere concretamente questi ulteriori problemi che si vuol fingere di non conoscere. Ho chiesto allora alla persona con cui dialogavo, se mi concedeva una intervista, cosa che ha immediatamente rifiutato come tale, in quanto, mi ha detto, il vero volontario è colui che resta nell’ombra dell’anonimato e così dicendo mi ha concesso solamente delle informazioni sul modus operandi del Centro che qui riporto.
Il CAV, ovvero il CENTRO di AIUTO alla VITA nasce a livello locale, qui a Senigallia, solo nel 1980. Esso altro non è che un’Associazione di Volontari che si sono posti come obiettivo primario la difesa della vita umana fin dal suo concepimento.
Un’attività che con il passare degli anni ed i mutamenti che la globalizzazione ha forzatamente portato nel mondo, ha dovuto ad essi adeguarsi. Se prima le fruitrici degli aiuti dispensati dal CAV erano in maggior parte italiane, ora sono divenute in maggioranza extra-comunitarie o comunque straniere. La sede del Centro è ubicata in Viale Anita Garibaldi 2 – Tel.: 071 64619 ed è aperto nelle giornate di LUNEDI’ e MERCOLEDI’ con orario 16,30-18,30.
Essendo il Centro un’associazione che vive di offerte, mi permetto di tendere virtualmente per loro la mano con il palmo aperto rivolto verso l’alto, aggiungendo le coordinate bancarie (IBAN): IT90 A 05308 21300 000000012891 e ringraziando anticipatamente fin d’ora quanti vorranno dimostrare un po’ del loro “egoismo”, si egoismo inteso come “farsi del bene, facendo del bene”.
Il Centro consiste in tre stanze di cui una adibita all’accoglienza iniziale, una a guardaroba dove si respira l’aria della natività attraverso i corredini, scarpine, abitini fino ai due anni e la terza come magazzino di cibarie, seggioloni, carrozzine, copertine e quant’altro utile al neonato.
Le pareti della stanza di accoglienza sono tappezzate dalle foto di centinaia di bambini, alcuni dei quali non avrebbero mai visto la luce del sole se non fosse intervenuto l’aiuto del Centro. Durante il primario colloquio i volontari tendono a fornire alle mamme affetto e calore, cercando di farle sentire in famiglia, indipendentemente da quello che è la loro età, il loro stato sociale, la loro etnia, nazionalità e religione.
Relativamente al problema che ciascuna mamma espone durante il primo colloquio, i volontari analizzano il caso ed applicano i provvedimenti più consoni che possono andare dalla distribuzione di cibo, ai servizi essenziali, dall’inserimento delle ragazze madri senza risorse e supporti familiari, in case di accoglienza. Per le mamme che rientrano nei primi tre mesi di gravidanza e in dubbio se portarla avanti o interromperla è previsto, a livello dei Centri di Aiuto alla Vita nazionali, il cosiddetto “Progetto Gemma”, che consiste nell’adozione di mamma e bambino per 18 mesi con il versamento di una quota mensile di 160 €.
Il lavoro dei volontari, appena una quindicina, è impegnativo ma emotivamente coinvolgente, perché porta spessissimo a contatto con forme di povertà totale che convive fianco a fianco con la nostra società del benessere, dell’opulenza, dei consumi, spesso invisibili all’esterno ad occhi poco attenti… o che il più delle volte non vogliono vedere.
Le fonti di finanziamento del CAV fanno affidamento sulle offerte, contributi e donazioni che provengono da singole persone, enti ecclesiastici, gruppi di genitori in occasione di battesimi, comunioni, cresime…e funerali. Organizza inoltre, ogni anno, il “Fiore per la Vita”, cedendo piantine fuori delle chiese in cambio di un’offerta.
Riceve inoltre notevoli donazioni di abitini, scarpine, passeggini, ecc. dalle famiglie con i figli divenuti grandi, mentre i cibi sono forniti in principal modo dalla diocesi e dalle eccedenze dei supermercati.
Il bilancio finale del CAV, non certo quello economico che è di già un successo se chiude in pareggio, si chiude sempre in attivo, perché ogni anno circa 50-60 bambini nascono grazie al suo aiuto poco roboante, ma sicuramente concreto.
Ah…l’anonimo volontario mi ha rivolto una preghiera, quella di inserire un doveroso e sentito “GRAZIE!!” a tutti coloro che si sono prodigati, si prodigano e si augura continueranno a farlo anche in futuro, ogni giorno con le loro offerte di qual tipo esse siano.
di Franco Giannini
Grazie per questa testimonianza che fa sapere a tutta la città che da quasi trent'anni ci sono persone che lavorano in silenzio e senza strepiti a servizio dei più deboli. e' un buon segnale per un futito che sia meno ripiegato su sé stessi e più rivolto agli altri
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