Anche a Senigallia le strisce pedonali che non si vedono
Se la sicurezza diventa un trabocchetto. E un lavoro mal eseguito un'opera incompiuta
Credevo di essere riuscito a concludere per una volta qualche cosa di buono, ed invece eccomi qua sollecitato nuovamente dalle giuste rimostranze dei fruitori di un servizio che in un certo qual modo pecca nella sua principale utilità: la Sicurezza. Era il 9 di Ottobre del c.a. quando sulle pagine di questo giornale, ringraziavo colui o coloro che si erano adoperati alfine di mettere in sicurezza l’attraversamento di quanti erano obbligati a farlo per recarsi alla Casa Protetta ex Irab di via Cellini.
Sicurezza ottenuta tramite la realizzazione di quelle che nel gergo popolare chiamiamo tutti “Zebre”. Appunto “Zebre”, perché ottenute dalla verniciatura di fasce bianche che con l’alternanza di quelle nere ottenute dallo sfondo nero dell’asfalto (meglio sarebbe dire Grigio) danno quell’alternanza di bianco e nero.
Voglio far presente che quanto vengo a segnalare, non è da considerarsi nel modo più assoluto un voler rimangiarsi i ringraziamenti, perché ritengo che chi fa va sempre ringraziato se non altro per la buona volontà che dimostra, anche se in certi casi come questo, a volte il solo fare non è sufficiente.
Dalla data della realizzazione dell’intervento ad oggi (giorno in cui sto scrivendo questo testo) sono appena trascorsi due mesi e più esattamente 65 giorni. La vernice Bianca è stata cancellata dall’uso divenendo così grigia, tanto da confondersi con il grigio del manto stradale. Cosa questa che rende l’attraversamento invisibile agli automobilisti fino all’ultimo momento facendo si che esso è ritornato ad essere privo di sicurezza per coloro che sono costretti ad attraversare questa arteria che è divenuta ormai di massimo traffico ancor più della stessa SS.16.
Diciamocelo francamente, non è stato un lavoro eseguito ad “opera d’arte” con una vernice di primo ordine, ma solo una “sveltina” atta a tacitare la volontà dei richiedenti piuttosto che a soddisfare i reali bisogni che avrebbero dovuto comprendere anche quelli dell’Amministrazione, felice di rendersi utile alla cittadinanza. Le foto non rendono giustizia a quanto affermo, perché scattate con la strada “lavata” dalla pioggia e quindi più visibili e solo se dall’alto. Con la strada asciutta, lo assicuro, è tutt’altra cosa.
Ritengo inoltre, che alle “zebre” doveva far seguito un’installazione di segnaletica verticale che evidenziasse una serie di attraversamenti pedonali e di una scuola nelle vicinanze e non solo quella del divieto di sosta su ambo i lati. Non so se essi siano obbligatori ai sensi del Codice della Strada, sicuramente, almeno per me, lo sarebbero a livello di prevenzione e per mantenere la coscienza tranquilla per aver fatto tutto il possibile tale da garantire una discreta percentuale di sicurezza che so bene che per ovvi motivi, non si potrà mai raggiungere al fatidico 100%.
A questa segnalazione voglio far seguire, onde evitare poi di annoiare tornando a parlarne successivamente ancora di Via Cellini, quella di altri abitanti di detta arteria, che si lamentano per lo stato del suo manto stradale, delle velocità dei mezzi che la percorrono non rispettando i legali 50 km/h, ma neppure i 70, andando ben oltre, dell’incuria dello scarico dei tombini che procurano ad ogni pioggia allagamenti del manto stradale. So che il “banco piange” e che se non ci sono fondi non si può né si deve promettere nulla, quindi non chiedo il rifacimento totale del manto stradale, ma almeno qualche toppa “ben fatta”, dei controlli per le velocità ripetuti nel corso della giornata e nelle ore di maggior traffico, lo scarico dei tombini “d’ufficio” senza che si debba ricorrere sempre a segnalazioni.
So anche che questa mia forse resterà ancora una volta lettera morta o nella ipotesi più ottimistica posta in una bottiglia e gettata in mare aperto, che come nei romanzi solo un colpo di fortuna la vedrà dispiegarsi ed essere letta dal personaggio principale. Se così fosse, però, ringrazio fin d’ora chi avrà la bontà di farsene carico, in questo periodo in cui tutti ci sentiamo più buoni o dovremmo esserlo (o così vogliamo far credere) realizzando almeno uno dei “desideri espressi”.
Io da parte mia, perchè questo è il compito che si sono prefissato, posso solo promettere di contraccambiare con un’altra segnalazione l’esito positivo raggiunto e con un ringraziamento pubblico, come fatto la volta precedente, o caso contrario divenendo più ancora petulante di quello che già sono, evidenziandone invece l’eventuale l’immobilismo.
di Franco Giannini
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