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Nuove e vecchie povertà a Senigallia: le proposte di Gazzetti

"Lavorare in rete, riordinare uffici, eliminare dirigenti comunali esterni, appartamenti parcheggio"

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Lista civica Primo Gazzetti - Senigallia nel CuoreParlando con gli operatori impegnati nel sociale ciò che colpisce è la dimensione dei disagi e delle difficoltà economiche di numerosi nuclei familiari che fino a ieri erano considerati “normali”: lavoro lui e lei, due figli, mutuo per la casa, piccoli risparmi per le spese impreviste, niente spese extra, ma tutto sommato si arrivava, anche se con fatica, a fine mese.

Quello delle nuove povertà è un fenomeno in forte crescita anche nella nostra città ed è dovuto sostanzialmente alla crisi del mercato del lavoro.

In moltissimi casi si tratta di una fuoriuscita dal lavoro irreversibile, dovuta al processo di ristrutturazione delle aziende che sempre si accompagna ad una crisi, e che non offre prospettive di reimpiego.

La cassa integrazione non è sufficiente per mantenere gli impegni programmati e allora scoppiano le difficoltà, non si riesce a pagare le bollette dei servizi, l’affitto o la rata di mutuo, o il dentista per i figli: non rimane che presentarsi presso qualche Associazione caritatevole per ricevere aiuto.

Ciò che colpisce è la dignità con cui si vive questa nuova povertà.

Salvo casi eccezionali, chi si presenta alla porta di queste Associazioni benemerite lo fa con estremo pudore, spesso non va a chiedere direttamente perché prova vergogna, manda un amico il quale a sua volta parla di un amico che ha bisogno che gli venga pagata la bolletta della luce perché altrimenti gli staccano i fili.

Ciò che colpisce è la sequela innumerevole di problemi che lo stato di disoccupazione si porta dietro, primo fra tutti, il più grave, è quello abitativo.

Per chi è in affitto e non può più pagare il canone, diventa una guerra fra poveri; il piccolo proprietario che magari con quell’affitto arrotonda la pensione si vede costretto a dare lo sfratto, e chi lo subisce per morosità spesso non ha alternative immediate. Scoppiano dei veri e propri drammi familiari.

Ciò che colpisce è anche la sostanziale indifferenza di molta parte della collettività verso questa realtà, salvo alcune belle eccezioni, ed anche la solitudine nella quale sono lasciati gli addetti ai lavori che con ogni mezzo e al prezzo di grandi sacrifici cercano di porre qualche rimedio.

Siamo in campagna elettorale: quale momento migliore, per una Comunità, di parlare anche di queste cose. La campagna elettorale è non solo ricerca del voto, ma anche il momento in cui tutti i concorrenti dovrebbero sforzarsi di trovare soluzioni ai problemi, è anche il momento in cui si prendono impegni.

La prima cosa da fare, strategica, è lavorare in rete tra Comune, Caritas ed Associazioni di volontariato. Senza alterare il principio di autonomia di ciascuno, che è una ricchezza e non un limite, questo significherebbe non solo condivisione delle problematiche ma anche controllo sulla destinazione delle risorse scarse; si eviterebbero sovrapposizioni di interventi ed errori nella valutazione dei casi bisognosi, in ultima analisi si avrebbe una maggiore efficacia ed efficienza della spesa.

In secondo luogo bisogna concorrere congiuntamente, tra Comune ed Associazioni, alla creazione di uno strumento operativo che, mettendo insieme le risorse di cui ciascuno è in possesso, consenta di realizzare dei piccoli appartamenti parcheggio, che non ricadano, ovviamente, all’interno della edilizia ERP, ma da dare in uso a chi si trova in strada, fino a quando permarranno le condizioni di difficoltà.

Altro intervento, da parte del Comune, è quello di concorrere al sostegno di tutte le iniziative che vengono messe in campo direttamente dalle Associazioni di volontariato (fondi di solidarietà, campagne raccolta fondi, ecc..) e dalle Cooperative sociali (nel settore dell’assistenza e non solo), le quali vanno messe in grado, con un’attenta programmazione, di poter offrire più servizi, con il sistema dell’accreditamento e dell’autorizzazione a svolgerli direttamente, e con il sostegno del Comune, che deve essere mirato solo alle fasce più deboli della cittadinanza.

Altro argomento, ma non meno importante, è il riordino degli uffici che si occupano del sociale: da una maggiore integrazione funzionale degli uffici comunali con quelli dell’ambito territoriale sociale discenderebbero economie di scala da reinvestire per le fasce deboli della popolazione, e lo snellimento dell’attività amministrativa. Gli ambiti sociali non sono stati concepiti come uffici aggiuntivi rispetto a quelli del Comune, ma come la risultante della loro unificazione.

Da ultimo, infine, per coerenza con quanto annunciato in altri precedenti interventi, altre risorse da destinare al sociale sarebbero reperibili dai consistenti risparmi, 500/ 700 mila euro all’anno, che si otterrebbero rinunciando ai numerosi Dirigenti comunali esterni e valorizzando le risorse interne.

Certamente il ventaglio degli interventi nel campo sociale da parte del Comune è molto ampio e le risorse impegnate ragguardevoli, ma in un momento come questo, alla presenza di una crisi economica di dimensione mondiale, se si vuole dare corpo alle idee che troppo spesso abbiamo sentito ripetere anche dai nostri Amministratori, circa la insipienza dei nostri governanti di fronte alla crisi, allora bisogna mettere in campo la capacità di scegliere i settori di intervento dove non risparmiare le risorse, perché scegliere in questo caso vuol dire far sapere chiaramente da che parte si sta; e come non mai, oggi, è necessario stare dalla parte dei bisogni.

Ci auguriamo che qualcuno, durante questa campagna elettorale, prenda l’iniziativa di mettere a confronto tutti i candidati a Sindaco su questi temi così rilevanti per la qualità della nostra convivenza civile.


da Primo Gazzetti e Claudio Piermattei
Lista civica Senigallia nel Cuore

Lista Primo Gazzetti
Pubblicato Sabato 12 dicembre, 2009 
alle ore 11:05
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