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Senigallia, chiude la Roveldett

Dopo 35 anni la famiglia Bargellini cede l’attività. Sabato rinfresco di congedo

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Il negozio di alimentari ROVELDETTUn pezzo di storia della città, un punto di riferimento per la qualità, un’attività commerciale unica nella sua specificità, una vera e propria istituzione nel suo genere. Tutto questo è Roveldett o meglio, tutto questo è stato Roveldett. Sembra strano, per alcuni addirittura incredibile parlare al passato riguardo la Roveldett, ma la realtà dice che, dopo 35 anni di attività e di successi ottenuti sotto ogni punto di vista, chiude lo storico negozio di piazza Simoncelli.

La famiglia Bargellini, che dal marzo 1974 ha gestito con continuità l’azienda, ha infatti ceduto l’attività e si congederà definitivamente dall’amatissima clientela con la fine del mese di ottobre.
Proprio per questo motivo nel pomeriggio di sabato 31 è previsto un rinfresco per salutare tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno avuto la fortuna e l’opportunità di frequentare la Roveldett.

Conosciuta a Senigallia ed in tutto l’hinterland, la Roveldett ha rappresentato da sempre una garanzia per l’assoluta qualità dei propri prodotti: formaggi, salumi e derivati per ogni gusto. Le specialità di salumeria dei prodotti marchigiani, prosciutti dolci con stagionatura minima 18 mesi, i migliori formaggi dop d’Italia, rappresentano soltanto la tradizione di un’azienda che – trasferitasi dal nord Italia negli anni ’70 – ha saputo da subito imporsi sul mercato e, soprattutto, portare grandissime novità.

La famiglia Bargellini lanciò infatti marche come Osella (poi diventato noto in tutta Italia), lo yogurt Mila e numerosi altri con l’obiettivo – sempre raggiunto – di trasmettere a chi acquistava il sapore semplice e genuino dei prodotti di casa. Oltre agli storici titolari, i coniugi Gino e Piera Bargellini ed ai figli Luca e Daniele, la Roveldett ha dato lavoro nel corso dei suoi 35 anni di carriera commerciale a decine e decine di persone. “I dipendenti li abbiamo e li avremo sempre nel cuore”, afferma mentre scende una lacrima Gino Bargellini. “Meritano tutti – prosegue Gino – un grazie di cuore a partire da Orietta, la prima in ordine cronologico. Ma naturalmente è impossibile dimenticare donne come Laura, Sandra, Francesca, Tiziana, Morena, Sabrina e tantissime altre. Tutte loro ci hanno aiutato a crescere ed a conquistare la clientela”.

Sembra incredibile – conclude Gino – ma ci sono dei clienti che dal 1974 ad oggi sono sempre venuti ad acquistare alla Roveldett: definirli fedelissimi è addirittura riduttivo”. “Nelle ultime settimane – confessa Piera – abbiamo deciso di raccontare alla clientela che abbiamo ceduto l’attività. Clientela che si è mostrata molto dispiaciuta e sorpresa della decisione”. In piazza Simoncelli, al posto della storica Roveldett, troverà posto una nuova attività commerciale. “Rivolgo un sentito in bocca al lupo – conclude Gino Bargellini – alla nuova gestione con l’augurio di tanti anni di fortuna e successi come è accaduto per noi”.


da Ciro Montanari

Ciro Montanari
Pubblicato Giovedì 29 ottobre, 2009 
alle ore 12:00
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Commenti
Ci sono 2 commenti
Alberto Bartozzi 2009-10-29 12:22:57
Progresso o tradizione?
Questo è uno degli svantaggi della globalizzazione...
Ora ci sono i supermercati, prezzi più convenienti e, arrivo prendo e riparto.
Prima i negozi alimentari di quartiere erano anche un punto di ritrovo, un po' come il barbiere dove (in epoche parecchio precedenti) si giocava anche a scacchi...
Si guadagna con i supermercati, forse in danaro ma sicuramente si perde con i rapporti umani...
Nessuno si lamenta se al negozio sotto casa aspetta un minuto in più in coda alla cassa perchè chi sta davanti a lui parla con il cassiere, la stessa cosa non avviene nei supermercati dove tutto deve avvenire nel minor tempo possibile, dove tutto spesso e volentieri è messo in maniera che il cliente compri, anche ciò che non serve...

Sto meglio io che vado al supermercato o nonna che anni fa perdeva intere mattinatem al negozio vicino casa?
Franco Giannini 2009-10-30 15:09:57
W IL NEGOZIO SOTTO CASA
Ritengo che sia un dovere tassativo rispettare sempre i pareri degli altri, ma non condividerne i contenuti. Come in questo caso! Chiude un’altra attività commerciale del centro storico, che più centro non si può, e la colpa la si imputa alla globalizzazione! Per carità, sarà anche in parte colpa di questa globalizzazione che oggi è divenuta come la battuta populistica del se piove la colpa è del governo ladro, ma io ci vedo delle colpe ben più gravi: Dubbiosa gestione dell’area del Centro Storico dovuta a giochi politici derivanti da “correnti” e “sbattute di porta”, Manie del bello anche se inutile, Creazione di parcheggi centrali ma a pagamento, Canoni di locazione calmierati dagli istituti bancari, assicurativi e da studi professionistici, portati alle stelle. A questo poi c’è anche da aggiungere l’esigenza della vita lavorativa di oggi, che ci rende sempre obbligati a correre. Ecco che allora se debbo girare in città due ore per trovare il parcheggio, per fare tante file in tanti negozi, preferisco fare tre km in più, andare in un supermercato dove trovo un parcheggio subito, non pago nulla, faccio una sola fila. Lo posso capire, ma non lo condivido. In parte è globalizzazione, ma in parte è anche colpa di chi non ha visto e non vuol continuare a vedere al di là del proprio naso. Io non possiedo tutte quelle certezze di cui sono portatori i nostri urbanisti, me se ne permetta almeno una: Sicuramente stava meglio nonna, quando fatta una fila di scale faceva spesa nel negozio sotto casa e magari dopo anche aver detto :“ Sor Gigio, v’ pag’ d’man” era salutata con un sorriso e con un :”Sora Lidia…manch’ ce d’v pensà”. Un rapporto umano, che oggi nei centri commerciali è introvabile…forse esaurito, spero riordinato…ma chissà quando arriverà la nuova fornitura??
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