Senigallia, il circolo Sestante all’ "Incanto della pittura" di Rimini
Iniziativa del Circolo culturale e "Sestante" di Senigallia: visita ai capolavori di Gauguin, Picasso e Rembrandt
Questa volta la ricognizione artistica del Circolo di Iniziativa Culturale e del Sestante di Senigallia si sposta nella vicina Romagna, più precisamente a Castel Sismondo, la Rocca malatestiana voluta da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel cuore di Rimini. Lì sessantacinque capolavori, da Rembrandt a Velasquez, Van Dyck, Tiepolo, Manet, Gauguin, Cézanne, Van Gogh, Monet, Picasso, Matisse, ovvero quelli tra i più ammirati delle magnifiche "Raccolte d’arte europea" del Museum di Boston, dal 10 ottobre di quest’anno al 14 marzo del 2010 hanno trovato eccezionalmente casa.
In una parola Boston è arrivata a Rimini per un evento unico, un’occasione imperdibile e insieme una grande lezione di storia dell’arte raccontata a tutti. Ovvero si tratta di una splendida mostra di grande respiro europeo fermamente voluta dai registi dell’evento, Marco Goldin (curatore della mostra) Antonio Paolucci, riminese doc e il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Alfredo Aureli, nella convinzione che rappresenti un’opportunità straordinaria per la promozione culturale, sociale ed economica del territorio riminese, all’altezza di affiancare l’idea ormai consolidata di città capitale del turismo.
Il Circolo di Senigallia ha prenotato la visita in mostra per il pomeriggio di sabato 14 novembre (partenza in bus alle 15,30 dalla ex Pesa pubblica e rientro in città intorno alle 23, dopo uno spuntino marinaro alla “Pescheria” di Fano) ma, stante l’esclusività dell’evento e la grande affluenza di visitatori che richiama, non può superare il 31 ottobre per raccogliere le adesioni degli interessati ed avere la necessaria riserva dei posti. Pertanto le adesioni si raccolgono da subito e comunque non oltre la data indicata.
Infine due parole addentrandoci nel merito artistico-culturale della mostra (Senigallia, una volta regina invidiata dell’Adriatico, impari e soprattutto torni a guardare oltre l’effimero! Ma possibile che dopo “I Della Rovere” non abbiamo proprio niente e nessuna possibilità per dialogare col grande pubblico delle migliori occasioni?): è allestita da Marco Goldin secondo un’idea di continui e significativi accostamenti, articolati in sei sezioni: Il sentimento religioso, La nobiltà del ritratto, L’intimità del ritratto, Nature morte, Interni, Il nuovo paesaggio.
Così, per esempio, i ritratti realizzati da Tintoretto e Moroni sono posti accanto a quell’assoluta meraviglia tra le meraviglie, che è il celeberrimo ritratto di Edmondo e Teresa Morbilli dipinto da Degas nel 1865, mentre sotto un’altra latitudine l’evento espositivo avvicina la nuova idea di paesaggio prima in Van Ruysdael nell’Olanda del XVII secolo e poi in Constable e poi in Corot, o ancora associa gli sguardi sensibilissimi dipinti prima da Van Dyck e poi da Gainsborough.
E, di più, propone un’incredibile sequenza di ritratti che partendo dai capolavori di Velásquez e Rembrandt si tende fino a quell’indimenticabile grande tela di Picasso con il ritratto cubista di una donna, realizzato nel 1910. Uno dei suoi vertici. Che è posto in mostra accanto a un ritratto di Hals, per confrontare una singolare, vicina spezzatura di segno. é ancora il caso di ricordare le opere di Murillo, El Greco, Zurbarán in Spagna; di De Hooch, Saenredam e De Witte con i loro quasi metafisici interni nell’Olanda seicentesca. Per non dire di una strabiliante parte impressionista, da Manet a Sisley, da Pissarro a Cézanne, da Bernard a Signac, da Gauguin a Van Gogh.
da Franco Porcelli
Circolo di Iniziativa Culturale
Rivista “Sestante”
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