Liberismo all’italiana?? Era solo uno scherzo…
FUORI PROGRAMMA 22 di Stanco in Vacanza a Senigallia
“Se dovessi dire se è meglio il posto di lavoro fisso o il posto di lavoro mobile dico che è meglio il posto fisso. Io non credo che la mobilità sia di per sè un valore per una struttura come la nostra.” – Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia – Popolo della Libertà – 18 Ottobre 2009.
Metti a tarda notte, fuori dall’osteria, giù per il vicolo, tra un rutto e un fiasco svuotato…Metti tre, quattro brutti ceffi che assuefatti dall’alcol ridono, scherzano, fanno baccano…Metti che a qualcuno di loro per poca lucidità a causa del vino gli esca detto a fine serata di fronte ai compagni di gioco di aver barato poco prima alle carte… E nasce l’azzuffata…
Tutto sarebbe nella norma.
Ma se ad una pubblica conferenza il “super-ministro” dell’Economia, il campione dell’ideologia liberista e liberale, accanito sostenitore del Thatcherismo all’inglese, quello che per quindici anni ci ha raccontato il mito dell’America, la favola del “turbo-capitalismo”, il sogno della finanza creativa e la leggenda del lavoro flessibile, atipico, interinale, rivela di essere a favore del “posto fisso” come base di stabilità sociale, citando pure più volte l’enciclica "Caritas in veritate" di Papa Ratzinger, si cade addirittura nel grottesco. Anzi no, nel tetro più buio. Più nero di quello della strada dell’osteria.
“La variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no. Un lavoro fisso, è la base per impostare vita, lavoro e famiglia, almeno nella nostra società. Altre (riferendosi ovviamente agli Stati Uniti), hanno una cifra di mobilità diversa. Ma proprio nei Paesi dove prevale la mobilità è impossibile costruire un welfare che garantisce sanità, scuola e pensioni, di cui la crisi, ha mostrato l’utilità.”
Parole sue. Anche se nessuno gliene affiderebbe la paternità.
Colui che, per quindici anni, con qualche fugace parentesi, ha dettato la linea economica del nostro paese improntata al liberalismo più sfrenato. Quello stesso signore che, con disinvoltura e cinismo, ha smantellato l’impianto garantista del diritto del lavoro italiano, varando nel duemilauno la legge che ha istituzionalizzato il lavoro a tempo determinato. Quello che, sempre nel duemilauno, ha rimosso tutti gli ostacoli normativi al ricorso di lavori atipici. Colui che, nel duemilatre, ha elasticizzato la disciplina del part-time e del lavoro interinale, istituendo il contratto di inserimento. Ed infine che, solo dieci giorni fa, pare abbia acconsentito al licenziamento di centocinquantamila precari della scuola, senza battere ciglio. Ora la stessa persona avrebbe di colpo ruotato il timone ed impartirebbe lezioni di statalismo filo-cattolicista o addirittura dottrine sindacali.
“Parla come se fosse un nostro iscritto. Ma, forse a lui non fa piacere” commenta Angeletti, segretario della UIL.
“Oggi il problema è superare l’idea distorta di flessibilità”, cauto e poco comprensibile Bonanni, segretario della CISL.
“Chiedete un commento sul tema a Confindustria”, spara un laconico Epifani della CGIL.
“Sposa in pieno le nostre idee. L’auspicio è che questa convinzione possa tradursi in un’azione di governo”, Renata Polverini dell’UGL.
Gradimenti al discorso del ministro arrivano dalla Confcommercio per bocca del presidente Carlo Sangalli: “In Italia, il posto di lavoro fisso è un riferimento importante per poter progettare un percorso di vita”. Accortosi infatti che la popolazione consuma sempre meno in quanto ridotta all’osso da contratti di lavoro osceni e paghe da mendicanza, forse ci ripensa, e cambia rotta in stile Tremonti. Nessun accenno a quanti precari esistono proprio in tale settore. Dove negli ultimi anni sono state sperimentate tutte le nuove politiche riducendo il dipendente alla stregua di un pupazzino di gomma, usa e getta.
Pierluigi Bersani del PD: “sarebbe il caso che Tremonti venisse a chiarire il suo pensiero domani in Parlamento, dove si parlerà dei cosiddetti precari della scuola. Il posto fisso lo intende a casa o al lavoro?”
I precari nel nostro paese sfortunatamente non sono solo i centocinquantamila del comparto scuola che vengono continuamente sventolati ai mezzi di stampa forse per ragioni elettorali, bensì oltre tre milioni e mezzo. I “cittadini con la data di scadenza” sarebbero il cinque percento della popolazione, con pensionati e minorenni compresi.
Una bella fetta della nazione che sicuramente non si diverte alle pagliacciate politiche del “Belpaese”.
Fonti:
-Stampa radiotelevisiva e cartacea nazionale
di Stanco in Vacanza a Senigallia
Una scelta la si fa solo se ci sono possibilità di poterla fare. Se non ci sono, come attualmente avviene nel nostro Paese, suonano ridicole sia per il loro contenuto e maggiormente per chi le esprime.
Per i giovani e quelli che sono a mezzastrada è già complicato oggi, se non impossibile trovare un lavoro qualsiasi ed allora quello che ha detto Mister Erremoscia, suona solo come un offesa nei confronti degli innumerevoli disoccupati. La filosofia politica che sopra poi ci si costruisce, perchè da ambo gli schieramenti non si hanno idee per risolvere questo dramma, beh... la lascio ai tessitori del nulla, sostenitori, anche tacitamente, di quel posto fisso e decisi a mantenerlo, pur di non abbandonarlo, disposti anche a ricorrere alla forma della prostituzione(politicamente parlando ben s'intenda!!).
Più che "stanco in vacanza" questo è uno che pone la sua candidatura a "Sindaco di Senigallia". Ma a parte le facili battute vorrei dire che le tesi da lui sostenute sono assolutamente condivisibili. Aggiungo che, al di la delle ovvie considerazioni che possono essere generate dalle affermazioni di mr. "erremoscia", c'è da chiedersi cosa ne pensa l'imprenditore (più o meno piccolo) che fino a qui ha tirato l'economia nazionale mettendosi in gioco e rischiando in primis la faccia e i soldi che, a differenza dell'inneffabile ministro delle finanze, sono i suoi e non dello Stato o, meglio, di . . . Pantalone.
E' un altro spot che segue gli altri che giornalmente il centrodestra ci propina al solo scopo di far parlare di tante cose (poco affini tra di loro) al fine di coprire, in un qualche modo, una gestione dello Stato che fa acqua da qualunque parte la si guardi.
Il grillo parlante?
Caro Grillo Parlante,
come tu ben sai le poltrone senigalliesi del 2010 sono già state tutte ripartite, per cui non avrebbe più senso per me scrivere per accattivarsi qualche vincitore di turno...
Mr. Berlusconi ha lanciato un precedente (o forse ha solo esasperato un malcostume) cioé quello di dire tutto quello che passa per la mente e correggerlo, ove serve, il giorno dopo con una bella smentita attiva (ovvero "sono stato frainteso" o meglio "i giornali comunisti hanno manipolato il mio pensiero").
I berluschini gli vanno dietro perché nel caos mediatico in cui siamo immersi non conta più la Verità e nemmeno le opinioni più o meno razionalizzate ma sempre di più il semplice chiacchiericcio e pettegolezzo urlato.
Se la rivoluzione informatica e informativa del XXI secolo deve servire per dare voce a questi personaggi era meglio restare nel medioevo con vanga in mano e proverbio sulla lingua.
Comunque siamo sulla buona strada per il collasso sia economico e ecologico quindi c'è SPERANZA che sentiremo meno caxxate in futuro. Forse il progresso ci fa male, non siamo adatti a gestirlo se non sappiamo metterlo in mano a gente seria.
In tempi come questi un'uscita del genere dovrebbe sollevare un dibattito nel paese, invece smuove appena un venticello pari a quello di una pagina di giornale girata tra uno sbadiglio e l'altro. Domani ce ne saremo già dimenticati. Ed in fondo è giusto così. Non c'è nulla di ideologico ne di ragionato dietro tali affermazioni. Andavano di "moda" i vari Reagan, Thatcher, Bush? E noi ci accodavamo...Per anni c'hanno scassato l'anima con i discorsi sulla flessibilità, il liberismo e compagnia bruttissima. Hanno progressivamente svuotato la democrazia di idee e contenuti ed ora che la crisi impazza possono dire ciò che vogliono certi che nessuno gli chiederà il conto di ciò che hanno fatto prima. I nostri dilettanti della politica, che passano con noncuranza dall’ultra-liberismo all’intervento statale, stavolta non sono soli. I responsabili mondiali politici ed economici di questa catastrofe sono tutti lì ai loro posti a straparlare sul come uscire dalla “loro” crisi…e noi vogliamo dare peso a ciò che dice il nostro Tremontino?
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!