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Dragaggio del porto di Senigallia, finalmente conclusi i lavori

30 mila mt cubi di fanghi finiti nella cassa di colmata di San Benedetto del Tronto, spesi 1.335.000 euro

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Da sinistra: l’Assessore Carrabs, il Sindaco Angeloni e gli Assessori Mangialardi e MarianiSi possono dire conclusi i lavori al porto di Senigallia. Si, manca ancora qualcosa, ma il grosso è stato fatto: dragaggio dei fanghi con abbassamento a 3 metri del fondale portuale, la chiusura del collegamento con canale Misa, la creazione dell’avamporto, delle banchine, dei servizi. Il tutto per la modica cifra di 1.335.000 euro. Ad annunciare nella mattinata di venerdì 16 ottobre la conclusione dei lavori il Sindaco di Senigallia Luana Angeloni, l’Assessore all’urbanistica e lavori pubblici Maurizio Mangialardi, l’Assessore provinciale all’edilizia pubblica Marcello Mariani e quello regionale ai lavori pubblici Gianluca Carrabs.

I lavori, iniziati lo scorso 22 luglio ma già progettati fin dal 12 febbraio con la firma del protocollo che ha dato via libera, si sono protratti un pò più a lungo di quanto inizialmente promesso (un mese era stato dichiarato a suo tempo), per via della "sosta" estiva, delle condizioni metereologiche che hanno imposto qualche stop forzato e per via del flusso turistico. Tutte situazioni prevedibili che hanno si allungato i tempi ma che non hanno evitato di portare comunque avanti i lavori di dragaggio del fondale e di trasformare il porto canale a porto di mare.

Una differenza non di poco conto se si pensa che i fanghi portati dal fiume, decisamente non puliti e non utilizzabili per il ripascimento delle spiagge aveva innalzato il fondale in alcuni punti fino a poche decine di centimetri, il che rendeva impossibile la navigazione all’interno dell’area portuale. La struttura così com’è attualmente dà il via libera dunque al turismo nautico, settore da sempre carente nonostante la vocazione marittima della città di Senigallia, nonchè al ritorno della pesca – in "cantiere" anche il progetto di ripristinare una "flotta" per la pesca, dal tonnellaggio anche superiore all’attuale.

il Sindaco Angeloni e l’Assessore Mangialardi"Un ringraziamento speciale va al Comune di San Benedetto del Tronto, che ha dovuto subire le conseguenze dei lavori in un periodo forse non appropriato" afferma l’Assessore Mangialardi, "senza contare poi le proteste dei comitati e di qualche facinoroso che hanno dovuto affrontare". I fanghi dragati su una chiatta al largo della costa senigalliese sono stati utilizzati per la costruzione di una banchina portuale nella città delle palme, visti i tempi che la costruzione della cassa di colmata di Ancona prevedeva, incongruenti con le esigenze di Senigallia, molto più urgenti. E allora ecco che in una "manovra sinergica tra le istituzioni come poche si è riusciti a far partire e terminare i lavori per la struttura di Senigallia" afferma l’Assessore regionale Carrabs.

Insomma una bella notizia sia per gli operatori che hanno già fatto richiesta di poter effettuare la vendita del pescato nella darsena Bixio così da poter sfruttare il parcheggio e la viabilità, ma anche per le associazioni di categoria, che tanto avevano premuto per questo intervento, cui potrebbe seguire anche un’estensione della vasca n°2.

Quali prospettive si aprono ora: il ritorno di una flotta di pescherecci, un aumento del turismo nautico (non solo quello di transito, ma è anche possibile sostare per giorni in una zona "protetta") e il via libera per le navi dell’ex Navalmeccanico, il cui bando per la messa in vendita scade tra pochi giorni, il 21 ottobre. "Nel caso non dovessero essere pervenute offerte vista l’impraticabilità della situazione ora risolta grazie al margine di manovra consentito, un’eventuale seconda asta – afferma Mangialardi – dovrebbe tener conto di ciò e risolvere la situazione grazie anche ad un abbassamento dei costi e dei rischi. Costi ridotti anche per le operazioni a livello regionale visto che queste sabbie si è liberato un porto e riempita la cassa di colmata di San Benedetto.

Grazie al nuovo avamporto, la formazione naturale delle barre di sabbia sarà l’occasione per prelevare materiali puliti, senza gli scarichi del fiume, e per riutilizzarli nel ripascimento delle spiagge vista l’erosione che da anni sta "mangiando" metri preziosi per la Spiaggia di Velluto.

di Carlo Leone

Carlo Leone
Pubblicato Venerdì 16 ottobre, 2009 
alle ore 17:00
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