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L’Associazione Lotta all’Amianto di Senigallia sostiene Roberto Mancini

"L'unico candidato che si interessa del problema amianto tra tutti gli pseudo-candidati alla poltronissima"

Associazione Lotta all’Amianto Senigallia - logoLe elezioni amministrative si avvicinano e, da più parti, si comincia ad assistere a proclami e dichiarazioni di candidati e pseudo candidati alla “poltronissima” che – come ben noto – mai come in questo periodo storico vale per Senigallia prestigio e potere.

La complanare, l’area ex Sacelit, il porto e molti altri cosiddetti lavori in corso faranno girare centinaia di migliaia di euro nei prossimi anni ed è quindi inutile ribadire quando sia allettante sedere in consiglio comunale dal 2010 in poi.

Come presidente di un’associazione che da anni lotta con un unico obiettivo – quello di salvaguardare la salute dei cittadini dall’amianto killer – la mia battaglia è quella di avere rassicurazioni sugli effetti drammatici dell’amianto.
Tutele che cerco ovviamente dagli amministratori. Lo faccio da sempre e, sinceramente, in quest ultimo periodo, cerco di farlo in maniera anche più efficace.

Sulla base di quanto appena detto sono giunto ad una conclusione: tra i senigalliesi, l’unica componente politica che realmente lavora e si impegna per la lotta contro l’amianto è quella rappresentata dal candidato a sindaco Roberto Mancini.
Il prof. Mancini, persona colta e seria, personaggio affidabile e coerente, merita senza ombra di dubbio la mia stima personale e quella di tutta l’associazione che mi onoro di rappresentare.

Insomma, non solo non mi nascondo, ma affermo con orgoglio che l’ALA sosterrà la candidatura di Roberto Mancini e lavorerà per far sì che la cosa possa estendersi anche in altri importanti ambienti della città.

Non si tratta di questioni politiche: anzi mi piace sottolineare che l’ALA è apolitica da sempre. Ma – a differenza di certezze e fiducie che ho cercato e quasi mai trovato da altre parti – in Roberto Mancini posso sicuramente garantire che sia l’emblema di una persona seria ed affidabile sotto tutti i punti di vista.

Relativamente a quanto appena sostenuto, colgo l’occasione per rendere noto alla stampa un episodio di vita che ha avuto a che fare con la “storia dell’amianto” a Senigallia.

Il 23 giugno scorso, ho partecipato alla II commissione sul censimento dei manufatti in cemento-amianto.
Contrariamente a quanto letto sulla stampa non erano presenti nè il dirigente del servizio lavori pubblici ed urbanistica del Comune di Senigallia ing. Gianni Roccato, nè il responsabile dell’ufficio ambiente comunale, ing. Luigi Severi.
La relazione è stata illustrata dal dirigente del dipartimento e sanità pubblica, dott. Giovanni Fiorenzuolo. Erano inoltre presenti il vicesindaco Simone Ceresoni e la commissione competente.

Sul censimento dei manufatti sarebbe utile sapere che nel 1980 la Comunità Europea identifica così negli amianti un fattore di notevole rischio professionale e nel 1983 emana una prima direttiva di dominio comune negli ambienti industriali. Induce la adozione di interventi di prevenzione e di protezione, che nel decennio successivo hanno via via trovato applicazione in tutti i sistemi industriali interessati.

In Italia, fino all’emanazione del D.L. vo 277/91, in mancanza di valori fissati per legge, ci si rifaceva per lo più alle indicazioni della Associazione Governativa degli Igienisti Industriali Americani (ACGIH) il cui proposito valore limite era 175 ff/ml nel 1946 (conteggiando tutte le particelle senza tenere conto della loro morfologia) 12 ff/ml nel 1968, 5 ff/ml nel 1974, 2 ff/ml nel 1987, 0,2 ff/ml nel 1993.
Il D;Lvo 277/91 stabiliva come valore 0,1 fibre/millilitro in rapporto ad un periodo di riferimento di ore 8.

Tutto questo sopramenzionato per ribadire come nel territorio di Senigallia il problema amianto non è stato preso nella giusta e dovuta considerazione. E qui ci tengo a puntualizzare il fatto che anche durante tutti i 4 anni che ci sono voluti per effettuare la bonifica Sacelit – Italcementi, nessun partito politico e sindacato (all’infuori del consigliere di rifondazione comunista prof. Roberto Mancini dopo e l’ex segretario della Cgil di Senigallia Giordano Mancinelli prima) si sono mai espressi su quanto stesse succedendo.

E’ con rammarico che o per incompetenza o per disaffezione tali persone non abbiano dato alcun contributo concreto onde evitare qualsivoglia motivo che facesse provocare inquinamento e quindi pericolo per i cittadini di Senigallia.

La Regione Marche è vero che è l’Ente preposto per effettuare censimenti in una città come Senigallia stracolma di presenza di lastre in cemento-amianto che ricoprono capannoni industriali, abitazioni, o garage. Ma è anche compito delle Amministrazioni locali presentare un piano alla Regione. Cosa che fu fatta con una delibera approvata dell’allora Amministrazione Mariani, che fu poi bocciata dalla Regione Marche perché si aspettava che si facesse un censimento regionale. E di tempo ne è passato con l’inconsapevolezza che tale presenza di amianto a Senigallia non è stata mai presa in considerazione, e non preoccuparsi invece che tale presenza in città apporta contaminazione e pericolo.

L’ALA si è sempre battuta con segnalazioni all’ASUR nella persona del dott. Giovanni Fiorenzuolo presentando denuncie; e posso dire che di concreto qualcosa è anche stato fatto. Ma per esempio i vigili ambientali e gli ispettori dell’Asur inerente all’ambiente non potrebbero anche loro fare quello che l’associazione in parte ha fatto?

Inoltre mi rammarica il fatto che anche le visite di controllo del personale Sacelit che è stato a contatto con l’amianto non sia seguito dopo la cessazione dell’attivita lavorativa (1983), quando ogni anno erano controllati con esami specifici, oggi ci troviamo con persone abbandonate ed inconsapevoli che l’amianto resta in incubazione nel fisico umano e reagisce all’improvviso quando ormai i giochi sono fatti.

La prevenzione che dovrebbe essere alla base non segue un iter regolare anche in soggetti apparentemente sani ma non visitati clinicamente. Ci si affida al medico curante ma purtroppo ciò non basta per motivi che non sono io a giudicare.
Volevo appunto far rimarcare questo distacco politico verso il problema amianto che gravita su Senigallia di cui non capisco i motivi , all’infuori di prese di posizione in consiglio comunale e di richieste di approfondimento che partono soltanto dal consigliere ed adesso candidato a sindaco prof. Roberto Mancini.

In conclusione vorrei dire che non bisogna nascondere la testa sotto la sabbia per paura di voler affrontare un problema che è molto grave e che sta procurando morti di ex dipendenti Sacelit ed adesso sta causando ammalati che non lavoravano alla Sacelit di Senigallia.

dal Presidente ALA ONLUS Carlo Montanari

Carlo Montanari
Pubblicato Venerdì 2 ottobre, 2009 
alle ore 12:35
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