In questi giorni la stampa ha riportato alcune dichiarazioni del consigliere comunale Roberto Mancini in ordine a presunte irregolarità procedurali nell’iter che ha condotto alla demolizione da parte della proprietà dell’edificio delle ex colonie.

La posizione del consigliere Mancini si fonda su un’errata valutazione delle norme giuridiche che disciplinano la materia.

Per quanto riguarda infatti l’edificio delle ex colonie Enel la disciplina urbanistica di riferimento è quella contenuta nelle previsioni del Piano Regolatore Generale, del Piano d’Area, atti questi già adottati, ed in quelle del Piano di lottizzazione ancora da approvare.

Il Piano Regolatore Generale (art. 17 N.T.A.) delega il compito di disciplinare la permanenza di uno o più edifici preesistenti ad uno strumento intermedio tra lo stesso PRG e il piano attuativo, individuato nel Piano d’Area. E’ il Piano d’Area quindi che deve indicare gli edifici da mantenere, quelli da demolire e quelli da sottoporre invece ad interventi di recupero e ristrutturazione edilizia.

Ebbene, il Piano d’Area approvato dal Consiglio Comunale relativo alla zona in questione adempie espressamente a tale proprio compito prevedendo la demolizione dell’edificio delle ex colonie Enel come è chiaramente riscontrabile dalla tavola 5 del progetto “Destinazione d’uso degli edifici”.

Proprio per il fatto che la scelta tra il mantenimento o la demolizione degli edifici esistenti è espressamente riservata dal PRG al Piano d’Area, il successivo Piano Attuativo non potrà che prenderne atto non rientrando la materia tra quelle di propria competenza.

Pertanto per l’intervento di sola demolizione non c’è alcuna necessità di attendere l’approvazione del piano attuativo alla cui adozione sono invece ovviamene subordinati i permessi di costruire relativi agli interventi edilizi che comportano uso del suolo e cioè la costruzione dei nuovi edifici e delle relative urbanizzazioni.

E’ del tutto naturale inoltre che la norma transitoria del PRG non menzioni espressamente  gli interventi di demolizione tra quelli consentiti fino all’approvazione del piano attuativo. Tale norma transitoria infatti si preoccupava come ovvio di regolare e limitare soltanto gli interventi urbanistici “additivi”, vale a dire quelli che aggiungono qualcosa all’esistente, sia in termini di quantità di superficie utile che di volume o anche solo in termini di qualità, vale a dire di una modifica della destinazione d’uso.

L’intervento di demolizione non costituisce una categoria di intervento tipizzata e non è quindi espressamente disciplinato dai piani urbanistici proprio perché si ritiene che lo stesso non incide né sull’idoneità edificatoria di un’area, né tanto meno sull’aggravamento del carico urbanistico della stessa.

L’intervento di sola demolizione è autorizzabile sotto il profilo amministrativo mediante una denuncia di inizio attività, proprio in quanto non rientra tra gli interventi soggetti a permesso di costruire ai sensi dell’art. 10 del T.U. sull’edilizia né in quelli liberi di cui all’articolo 6 del medesimo testo.

dal Comune di Senigallia