Pane Nostrum…o pane loro???
Nuova indagine congiunta di Una Vacanza Dimenticabile e Franco Giannini sull’ultimo grande evento estivo cittadino
Fine settimana appena passato. Era meglio andare a fare un giro in Piazza del Duca o in gioielleria?
E’ questa la domanda-chiave che potrebbe introdurre l’argomento.
Anche quest’anno infatti si è tenuto Pane Nostrum, classica manifestazione di fine estate dedicata all’arte bianca. Sulla tematica dell’evento assolutamente nulla da dire. Anzi, si potrebbe elogiare pure la scelta del periodo, ottimo per indicare l’arrivo dell’autunno e la riscoperta di prodotti caldi appena fatti, lasciando angurie, meloni e gelati alle spalle.
Come al solito però c’è qualcosa che stona in tutte le iniziative senigalliesi. Si tratta dell’aspetto meramente commerciale che accomuna ogni festa cittadina. Prezzi alle stelle e nulla di accattivante.
Nonostante le segnalazioni, le raccomandazioni, gli inviti, le critiche costruttive sollevate in largo anticipo da cittadini e personaggi noti, pare che anche questa volta siano rimaste del tutto inascoltate.
Esaminiamo comunque al dettaglio l’evento.
Inizia la manifestazione alle ore diciotto di Giovedì 17 Settembre con il taglio del nastro delle autorità. Chi non ha fatto attenzione agli orari si è ritrovato in piazza di mattina credendo che fosse già tutto operativo. In realtà alle ore dodici altro non v’era che un cantiere aperto con operai che attaccavano persino il programma con i chiodi. Sarebbe stato più opportuno iniziare dal mattino magari anche del giorno seguente.
Nell’euforia generale degli amministratori giunti per l’inaugurazione si sono registrate varie dichiarazioni: “Pane Nostrum conclude con onore la nostra stagione turistica" (Angeloni); “Una stagione turistica densa e produttiva, in controtendenza con la crisi che stiamo vivendo (…) Una stagione turistica ben avviata (…) Una manifestazione intelligente che riesce ad unire, non solo metaforicamente, sapori, cultura, arte e tradizioni di questo territorio (…) In un momento di crisi che coinvolge tutti i settori, il turismo è l’unico che ha margini di crescita e Senigallia, con i suoi dati in costante aumento negli ultimi anni ne è la riprova ed è dalla spiaggia di velluto che le Marche devono prendere esempio” (Solazzi – Ass.Reg.Turismo); “Non poteva essere altrimenti, ero certo già dalla prima edizione che con il tempo avrebbe acquistato un successo internazionale" (Guzzonato). Il sindaco di Nicolosi (CT) invece scambia uno pseudo-gemellaggio per la fiera del turismo e tenta di promuovere ampliamente la propria cittadina.
Durante le nostre visite abbiamo notato una ventina di stands di varia natura neppure troppo attinenti. Solo pochissimi infatti erano dedicati direttamente al protagonista. Tre li abbiamo definiti “del nulla”…uno con hostess e stewards di Ostra che reclamizzavano la città, altri due in piazza Manni di cui uno relativo a qualche cosa sul risparmio energetico. Allora sarebbe stato meglio proporre dei punti con macchinari per fare il pane, o per esempio, un museo sulla impastatura con vecchie foto e vecchi strumenti relativi al forno. Ma non finisce qui. C’è stata anche la vaga sensazione che la maggior parte degli stands fossero presenti più per tappare il vuoto e racimolare denari per il suolo pubblico che per il tema stesso.
E questo potremmo definirlo solo l’inizio.
L’attore principale doveva essere il pane concepito come alimento popolare. Il pane nostrum, quello che già oggi si fa fatica a comprare senza tanti "intrugli", quello uso famiglia, con la pezzatura grossa, quello che una volta era un alimento povero che serviva a tamponare i voraci stomaci, è ben distante da quello pubblicizzato che serve invece a solleticare maggiormente quella moda del pane alla Verdone…”famolo strano”, che ci vogliono poi far passare per tradizionale. A questo punto non s’intende neppure questa grande invasione di biscotti, dolcetti o addirittura companatico sotto forma di formaggi, salumi, olio, marmellate e persino miele e vini. Sembra che ogni evento del centro debba per forza trasformarsi sempre in una fiera dell’artigianato.
Ma la nota dolente arriva con la commercializzazione sulla piazza dietro il laboratorio all’aperto. Un bancone lungo una ventina di metri, tanti prodotti da forno di nicchia, belle commesse, quattro casse con i registratori fiscali, ma…nessuna bilancia. Sin da piccoli ci hanno insegnato nei primi anni di scuola che il pane, la frutta, la verdura, la carne possono essere venduti solamente per misurazione del peso dal momento che non si generano tutti uguali. A Pane Nostrum di Senigallia invece si può. Ecco allora una pizza al formaggio “piccola” che costa sette Euro ed una “grande” che ne costa dieci. Ecco panini alle olive del diametro di sei-sette centimetri a settanta centesimi l’uno. Ecco minuscoli maritozzi venduti esclusivamente in coppia a un Euro e cinquanta centesimi. La vendita al pezzo singolo era vietata. Insomma chi ha acquistato qualcosa ed ha voluto vederci chiaro, è stato costretto a fare la prova del nove a casa, con la bilancia della propria cucina. Sperando con ansia di non essere stato derubato. E se i prezzi e le modalità di vendita sono del tutto discutibili, è forse facile anche risalire agli organizzatori di questa trovata a giudicare dai bigliettini accanto ai prodotti con i nomi di quasi tutte le più rinomate panetterie senigalliesi e provinciali. Se la regola è quella di vendere due pasticcini solo in coppia evidentemente qualcuno l’avrà decisa a tavolino per ovvii motivi di convenienza. Naturalmente risulta alquanto strano che la miriade di istituzioni che di solito patrocinano questi eventi non si pongano mai dei dubbi su certe “maniere”.
Assai rare le opportunità gratuite e le degustazioni. Qualche assaggio c’era pure allo stand distaccato di due forni cittadini, ma nulla di che. In tutto il resto della manifestazione… vietato toccare. Per lo meno durante le nostre visite in vari momenti delle giornate non abbiamo incontrato alcuna offerta.
Il successo della manifestazione appare dunque leggermente dubbioso. Da più parti sulla stampa è stata sventolata l’internazionalizzazione della festa e nelle ultimissime ore persino un boom di visitatori (dichiarate oltre quarantamila presenze). Parlare di risonanza internazionale francamente sembra piuttosto azzardato. Non che non ci fossero Francia, Germania e Inghilterra, ma rappresentavano con le loro città proprio quello che potevano fare: un semplice gemellaggio. Strano pure questo record di partecipanti. In vari momenti delle giornate di venerdì e sabato abbiamo potuto intravedere solo poche decine di persone.
Lo stand più affollato era (le foto lo dimostrano) era quello dove non si vendeva nulla, si spiegava e si insegnava ai bambini e non solo a farsi il pane da se in modo elementare fatto di teoria, storia ed infine con la pratica. Non abbiamo visitato invece i corsi per adulti.
Un’altra festa cittadina purtroppo lontana dalla popolarità e dall’interesse pubblico che merita senz’altro più attenzione.
Intanto per onor di cronaca le quotazioni del grano calano di parecchio ma pane e pasta aumentano. Nell’euforia delle manifestazioni, si sa, non è una notizia interessante.
Fonti:
-stampa on-line
-indagine sul posto
-interviste varie
Fotografie:
-archivio 60019.it
–Franco Giannini
–Una Vacanza Dimenticabile
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Spesso veniamo "imbambolati" dai tanti prodotti e bontà che non ci accorgiamo di quanto in realtà ci sia sotto...
Io, da senigalliese medio quale sono, non mi ero accorto quasi di nulla!!!
Pane suum vel eorum (?)
Leggo spesso questo tipo di critiche su queste pagine, ma, come gli "stands messi per occupare il posto" mi sembra che queste critiche siano fini a se stesse, "per occupare un posto", ma non affatto costruttive!
Qualcosa di positivo ci sarà pure stato!
Qualche consiglio per migliorare la prossima edizione, l'autore, ce lo avrà pure in mente..., o NO?
Non vorrei che, a forza di criticare, nessuno si prenderà più la responsabilità di organizzare qualcosa.
Poi, l'autore, cosa avrà da criticare?
Perciò più partecipazione, più bicchieri mezzi pieni e FORZA SENIGALLIA!!!
Signor I.P. 151.96.3.241 che non trova nemmeno un nomignolo come Topolino, Paperino o Dragonball, per firmarsi...ci dica lei quali sono le cose assolutamente non vere che sono state trattate in questa indagine.
@ Gianfranco
Non appena ho letto il suo commento, mi sono andato a rileggere quanto avevamo scritto, nel dubbio di essere stati, visto i suoi appunti, evidentemente, non troppo chiari. Allora cercherò, sempre che ci riesca, ad essere più comprensibile. Il criticare infatti, la mancanza di una bilancia, o l’internazionalizzazione dell’evento, o la dissolvenza dell’attenzione su altri alimenti di companatico che non il pane, o la mancanza di una mostra relativa a questo elemento, mi dava da pensare che fosse una proposta, perché con le prossime manifestazioni qualche cosa avesse a mutare. Si pensava che tra le righe si fosse letto il suggerimento a far pesare, prossimamente, la merce esposta, si pensasse a controllarne i prezzi, si invitassero, oltre a quelli abituali del gemellaggio, anche paesi (vista la globalizzazione e il desiderio di esotico) del terzo mondo, con il loro pani di sopravvivenza, una maggiore attenzione al pane, quello “povero” quotidiano più che quello suggerito al popolo dalla Maria Antonietta di storica memoria. Non abbiamo mai detto che l’evento non debba essere ripetibile, ma anzi un’ occasione valida per la città di Senigallia. Ma con questo non significa che non ci siano decisioni non condivisibili, criticabili e migliorabili. Giusto comunque il suo grido conclusivo a cui mi associo.
@ I.P. 151……
A delle fumose accuse, non meglio precisate che con un “…ASSOLUTAMENTE non vere…” non posso che risponderle, con un mio più modesto : forse…ma in buona fede ed involontariamente. Ben distante comunque dal suo volutamente essere maligno a pensarlo, ma senza documentarlo. Io almeno ci ho messo la faccia con il mio nome,….non crede!
Concordo con Giannini.
Una festa morta. Quindi non era una festa.
La sera chi voleva magiare qualcosa è dovuto andare in pizzeria, visto che il punto di ristoro in piazza del Duca non si sa che cosa proponesse di concreto.La gente alle feste vuole mangiare e divertirsi.
Nel prato della rocca avrei messo un ristorante con menu tipici, utilizzando una struttura coperta come quella di Destate la festa e SJ.
Pista da ballo e musica varia tutte le sere, liscio, latini e anni 50. E poi finiamola con questi prodotti venduti a prezzi esagerati, soprattutto in tempi di crisi e soprattutto con il benestare di un governo di centro sinistra.
Per concludere, chi è l'incaricato che si occupa di contare le persone che intevengono alle manifestazioni? ( 40.000 !!!!!!! )
Ciao
E' sempre troppo semplice e scontato criticare questo tipo di manifestazioni perché gli appigli per farlo sono tanti, vedi la mancanza di bilance, vedi i prezzi non proprio popolari ecc.. ecc.. come giustamente da lei segnalato. Però se tutti si limitano sempre e soltanto a criticare a "cose fatte" ogni qualsivoglia manifestazione, non si farebbe mai niente di costruttivo. Non sarebbe meglio darsi da fare ed aiutare ad organizzarle queste cose, con un contributo fisico oltre che di idee? E poi apriamo gli occhi, oggi come oggi non c'è manifestazione al mondo che non si appoggi a qualche sponsor o che comunque non tenga conto del lato economico, quindi perché scandalizzarsi se Pane Nostrum non è altro che una vendita pubblica di prodotti alimentari? Voi pensate veramente che c'è qualcuno disposto a venire dalla Francia, Dalla Germania,dall'Inghilterra o dalla città stessa perdendo una settimana di lavoro solo per passione o per amor di Senigallia?? Ma per favore!!! Secondo me questa manifestazione andrebbe sicuramente migliorata ed un pochino "acculturata" giustamente con una sorta di museo sulle attrezzature, una mostra sui pani "poveri" e mille altre idee, ma smettiamo di critare tanto per, anche perchè la costante presenza di una fila interminabile di acquirenti ai banchi vendita dimostra che la festa funziona, eccome se funziona!! Da parte mia l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di anticiparla nel periodo pasquale o nel ponte del 25 Aprile perché sicuramente ci sarebbe una presenza più massiccia di turisti con un ritorno pubblicitario più consistente per Senigallia !
Sig. Roberto questo è quanto ho scritto io :" Non abbiamo mai detto che l’evento non debba essere ripetibile, ma anzi un’ occasione valida per la città di Senigallia." e questo è quanto dice lei :"Secondo me questa manifestazione andrebbe sicuramente migliorata ed un pochino "...acculturata" giustamente con una sorta di museo sulle attrezzature, una mostra sui pani "poveri" e mille altre idee,...": Non le sembra che parliamo la stessa lingua! Allora perchè le nostre sono critiche di chi vuol vedere sempre tutto nero e le sue invece di avvocatura della manifestazione ? Comunque sia io sono sempre favorevole alla discussione ed alla critica, perchè alla fine poi essa porta sempre a dei fini positivi, purchè contenuta in binari civili.
Sono d'accordo con Roberto: la festa funziona.
Interessante l'idea di un museo delle attrezzature, una mostra sui pani "poveri", etc..
per migliorarla.
ha visto che il nomignolo l'ho trovato?..così almeno è contento e non fa tanto lo spiritoso!Al contrario suo io non ho tempo per fare lunghe critiche "costruttive"(lei in questo ne è un esempio!!!). Comunque per farla breve si capisce molto bene che il tono dell'articolo è puramente denigratorio. Frasi come queste sono fuori luogo: "Come al solito però c’è qualcosa che stona in tutte le iniziative senigalliesi". Non ci saranno per caso motivi politici dietro a queste considerazioni???
Se ancora non l'avesse capito facciamo giornalismo. Non siamo nè organizzatori di eventi, nè pubblici amministratori.
Quando qualcuno fa informazione non è necessario includere proposte, idee, spunti...Eppure nelle nostre inchieste ci sono sempre. E sono tante.
Allora a nostro parere sembrano alquanto più sterili le critiche di chi non vuol vederle. Miopia determinata da non si sa bene che cosa...
E il contributo fisico per cosa lo dovremmo dare??
Per allestire i banchi di vendita delle panetterie decisi da altri??
Due cose ho notato, non ha tempo per leggere attentamente e così facendo cade in errore e che Giove si inquieta, quindi ha torto.
Del suo nome non mi interessa, figuriamoci poi del suo nik, io ho messo il mio cognome e quindi mi ripeto, la mia faccia. Non sono un politico, quindi la politica non c'entra, forse personaggi come il suo si nascondono dietro nomignoli di comodo per non farsi riconoscere. Io sono uno "scassapalle" di un pensionato e quindi ecco perchè ho il tempo da poter dedicare a questi problemi civici. Posso concludere con un pensiero che fa al caso suo ? Chi mal pensa ...il resto lo metta pure lei.
PS: comunque le non verità si è dimenticato di fornirle.
Definire ancora le inchieste di Una Vacanza Dimenticabile e Franco Giannini "attacchi per uccidere le manifestazioni cittadine" è assolutamente fuorviante. Francamente fra i commenti ci piacerebbe vedere critiche con un pizzico di senso in più. Evidentemente non ci sono persone della portata. A questo punto vogliamo sperare che i pesantissimi giudizi ricevuti arrivino da persone straniere, di madrelingua non italiana. In quel caso giustificheremmo i problemi alla lettura riscontrati e la mancanza di comprensione degli articoli. Se non fosse così consigliamo di ripetere la scuola a partire dalla prima elementare. Nel frattempo aspettiamo pure con trepidazione la divulgazione di queste "cose ASSOLUTAMENTE non vere". Soprattutto lo attendono le centinaia di lettori alla quale non vogliamo fare un torto...no??
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