Senigallia, caso Villa Bucci: "grave errore del Governo"
Il Comitato Mancini Sindaco: "necessario separare bene comune e interesse privato"
“La divaricazione tra pubblico e privato è un elemento essenziale di questo percorso: da una parte stava il sindaco, l’amministratore e il politico con i suoi orari rigidamente scanditi e i mille problemi che spesso richiedevano soluzioni tempestive; dall’altra, il padre di famiglia…”.
“Che non pensasse al suo destino personale e non perseguisse il proprio arricchimento per il tramite della politica lo si evince dal fatto che morì nell’agosto del 1970, nel seminterrato della sua casa, affittata per la stagione estiva come quelle di molti senigalliesi, per consentire alla famiglia di pagare parte dell’affitto per il restante periodo dell’anno”.
Riportiamo queste citazioni dal libro recentemente pubblicato a cura del Comune di Senigallia sulla figura e l’opera del sindaco Alberto Zavatti (pp. 216 e 219), perché pensiamo che non possa appartenere al passato questa rigorosa distinzione tra pubblico e privato.
Si tratta, infatti, di un ambito che si colloca prima della legalità. Del resto, il problema oggi non è quello di discutere se la legalità sia stata violata nelle vicende imprenditoriali del Sig. Rodano, ma quello di riconoscere come del tutto inopportuni gli interventi del coniuge di un sindaco nel medesimo campo – l’edilizia – dove lo stesso sindaco è chiamato istituzionalmente ad operare e decidere in nome dell’interesse generale.
Un amministratore, tanto più – crediamo – se di centro sinistra, deve prevenire col proprio comportamento qualsiasi possibilità che si sospetti, anche lontanamente, di avere favorito i propri congiunti o i propri sostenitori. Non deve, quindi, mettersi nella condizione di doversi giustificare di fronte ai cittadini oppure negare prima ed ammettere poi, quando la situazione risulta di dominio pubblico, come vediamo accadere oggi al sindaco Angeloni.
Sarebbe stato sufficiente che il Sig. Rodano avesse svolto la sua professione fuori di Senigallia per tutta la durata del mandato assegnato alla propria consorte, per evitare di offrire il fianco a polemiche del tutto prevedibili e legittime.
Ancora una volta ci troviamo nella situazione in cui i gravi errori di questo governo cittadino senz’anima offrono voce e credibilità al centro destra.
Pensiamo, quindi, che sia alta la responsabilità che ricade sul nostro progetto di Centro-Sinistra per Senigallia che rivendica con forza il carattere disinteressato della politica e la sua lontananza dalla affari, evitando di difendere l’indifendibile e non lasciando al centro destra il ruolo di paladino della moralità.
Noi vogliamo, infatti, rinnovare oggi e nel futuro quella rigorosa separazione tra il bene comune e l’interesse privato che, prima degli attuali disorientamenti, ha costituito uno dei tratti peculiari che offrivano fiducia agli elettori che si riconoscevano e si riconoscono ancora nei valori comuni di un cattolicesimo democratico e di una sinistra europea.
Per il COMITATO MANCINI SINDACO PER SENIGALLIA
Carlo Massacci
Caro Carlo,
dalla lettura del comunicato si evince chiaramente che le convergenze parallele di Moro sono a confronto uno zuccherino...proponiamo un "blind trust" anche per i messi comunali...
tutto giusto ma strano.
perchè vi fate sentire, ovviamente come al solito, sottovoce sotto elezioni per poi sparire totalmente, subito dopo?
nel piccolo, il nostro Sindaco, fa quello che in grande stile insegna il nostro governo centrale, perchè non lo urlate a gran voce tutti i giorni?
in effetti la caccia si è aperta proprio in questi giorni ... ad ognuno la sua.
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