Case senza gente. Gente senza case. Occupare è giusto!
Dal Mezza Canaja il comunicato sull'occupazione di due case in via delle Caserme di sabato 8 agosto
Nella città ad alta tensione abitativa, con gli affitti più cari delle Marche e con circa 8.344 abitazioni vuote, sabato 8 agosto sono state occupate due case. É la prima volta che accade a Senigallia.
Due anni fa abbiamo denunciato la mala urbanistica cittadina e la collusione tra il potere politico e quello economico/finanziario mentre lo scorso anno abbiamo presentato un “Piano per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia”. In questi due anni abbiamo bloccato sfratti, fatto consulenza legale gratuita, denunciato gli affitti in nero e siamo sempre puntualmente intervenuti nella discussione urbanistica cittadina.
Nessuno ci ha mai risposto e chi amministra si è voltato dall’altra parte, affrontando l’emergenza abitativa in forme caritatevoli, assistenziali, parziali ed emergenziali.
A Senigallia è in atto una riqualificazione urbana che mira a cementificare e privatizzare spazi pubblici. Basti pensare ai poli di lusso all’ex-Sacelit o alle ex-Colonie Enel, al Piano Cervellati e a Palazzo Gherardi, alla Complanare ed alle speculazioni sull’arceviese e la corinaldese. Il risultato sarà l’aumento generale dei fitti, l’espulsione dei ceti popolari dal centro storico e la migrazione dei giovani nelle frazioni. Una città per utenti e non per abitanti.
Oggi il tempo delle parole è finito. Oggi siamo passati all’azione diretta.
Abbiamo occupato due case di proprietà della Curia, una delle più grandi proprietarie d’immobili sfitti di Senigallia. Abbiamo occupato per un ragazzo di Senigallia, operaio con contratto a tempo determinato senza possibilità di rinnovo e con una paga che rende impossibile permettersi un affitto.
Abbiamo occupato per una famiglia di migranti, residenti in Italia da 26 anni, lavoratori ambulanti regolari, ma senza la possibilità di garantirsi una stabilità abitativa.
Pensiamo che la città sia dei cittadini, di quanti contribuiscono alla crescita economica, culturale, sociale e solidale di un territorio e per questo ha diritto di deciderne lo sviluppo. Abbiamo cominciato una riqualificazione dal basso e l’occupazione di oggi è solo la prima tappa. Una riqualificazione che mira a recuperare ad uso comune – pubblico e sociale – gli spazi sfitti e abbandonati della nostra città. Recuperare e non cementificare, ristrutturare e non costruire, non allontanare ma includere i ceti popolari e precari, decidere e non essere soggetti passivi delle decisioni altrui, sicurezza come garanzia di reddito e casa e non come paura e militarizzazione. Oggi, abbiamo cominciato la costruzione di una città per abitanti e non per utenti.
La casa è un diritto inalienabile, è affermazione di dignità e sicurezza per ogni persona.
Italiani e migranti vivono una comune condizione di abuso e di sfruttamento. Comune è la precarietà, i salari bassi e gli affitti alti. Comune è l’impossibilità di potersi costruire una vita, un futuro. Comune dunque è la lotta. La guerra tra poveri fa comodo solo ai leghisti ed a coloro i quali si arricchiscono sulla pelle e sul lavoro altrui.
Chiediamo l’apertura di una trattativa tra gli occupanti, la Curia e l’Amministrazione Comunale, che porti alla regolarizzazione delle occupazioni con un affitto mensile a canone sociale o l’individuazione di altre unità abitative. “In tempi di crisi per un affitto popolare 50 euro al mese possono bastare!”.
Chiediamo che la Curia e l’Amministrazione Comunale arrivino ad un accordo per affittare le case sfitte di proprietà della Chiesa a prezzi popolari.
Non è stato tolto nulla a nessuno, le case erano sfitte da anni e nessuno è in attesa di entrarvi. É stato solo praticato un diritto. Proprio per questo diffidiamo chi di dovere, dal gestire le occupazioni come un problema d’ordine pubblico, ignorando quello che sono realmente, l’espressione di un problema politico e sociale. La casa è un diritto e lo difenderemo.
(foto di Luca Ceccacci per 60019.it)
dal
CSOA Mezza Canaja
Coord. Migranti TERZA ITALIA
Ambasciata dei Diritti Senigallia
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La Redazione 60019.it
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