Villa Silvia: a Senigallia 300 pazienti in un anno per il day-service
Curare bene e presto l'obiettivo del servizio coordinato dal Dott. Mariotti
Dopo un anno dal congresso mondiale di Berlino e dall’inaugurazione del centro per la prevenione e cura dell’ipertensione arteriosa presso villa Silvia, la casa di cura tira le somme del lavoro svolto.
Un lavoro basato soprattutto sulla prevenione e sulla diagnosi precoce.
I risultati sono annunciati dal Dott. Walter Mariotti che cura il progetto e si occupa dei pazienti: "Circa 300 pazienti si sono rivolti a noi, un numero superiore alle nostre aspettative, l’età media invece è quella di 40-45 anni di età, persone che si rivolgono a noi per prevenire il problema, perchè è impossibile curare l’ipertensione quando i danni sono già avvenuti".
Tra i principali fattori di rischio dell’ipertensione arteriosa ci sono la familiarità, che non è un fattore modificabile, e lo stile di vita, sul quale si può intervenire, "noi assumiamo ogni giorno circa 5-6 volte al giorno il sale di cui abbiamo bisogno" dice il responsabile del progetto che aggiunge "in estate, quando la pressione arteriosa per sua natura tende ad abbassarsi, molti interrompono la terapia e questo è sbagliato, al massimo può essere ridotta, e sempre in estate molti ipertesi assumono bevande come integratori e reidratanti, quelle bevande contengono molti sali di vario tipo estremamente sconsigliabili a chi è iperteso".
"La differenza tra le cure ricevute a Villa Silvia e nei normali ospedali non è tanto di tipo qualitativo – aggiunge il direttore della casa di cura Vincenzo Aliotta – la differenza sta nel tempo che si impiega nella sanità pubblica, diversi mesi, mentre nel nostro centro tutto è possibile in un giorno; a fronte, anche, di una diversa organizzazione, noi abbiamo a disposizione un software che ci aiuta a mettere in relazione i diversi dati che ci giungono dagli oltre dieci esami ed i pazienti sono seguiti da non più di due specialisti in contatto tra loro, nel pubblico solitamente si ha a che fare con 6 o 7 medici".
Sia il dott. Mariotti che il dott. Aliotta sono concordi nel dire che non vanno curati i numeri e le patologie, bensì vanno curati i pazienti e le persone prima di tutto.
di Alberto Bartozzi – foto di Andrea Cesanelli
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