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Come fare i vandali e vivere felici

di Andrea Scaloni

Ci sono almeno due buoni motivi per non parlare più delle “ronde civiche” in spiaggia.
Il primo è che questo polverone, l’ennesimo polverone di una lunga serie, ha i giorni contati: fra un mese la spiaggia si svuoterà, i vandali scompariranno per mancanza di materia prima e a far bella mostra di sé rimarranno i giochi per bambini, le reti da beach volley mezze storte e qualche telone strapazzato. Il tutto lasciato lì dagli stessi che ora denunciano il degrado della spiaggia.

E poi, gli “idioti” delle ronde anomale, proprio in quanto idioti, non hanno gran titolo a parlare di sicurezza in spiaggia, delle ronde quelle serie. Che ne sanno loro, i romanticoni del bagnasciuga, i fancazzisti al chiaro di luna, di lettini sfondati e mucchietti di vomito da raccogliere alle sei di mattina?

Ma c’è anche un buon motivo per continuare a parlarne.
Perché dietro le ronde (cioè la sorveglianza contro i danneggiamenti di strutture private in spiaggia, che i bagnini potrebbero benissimo pagarsi di tasca propria), sta saltando fuori il vero oggetto del contendere: i voti alle prossime elezioni comunali.
E quindi si alza il tiro: l’emergenza sicurezza, l’ordine pubblico, la preoccupazione della gente, la destra e la sinistra, la maggioranza, l’opposizione e le interrogazioni parlamentari.
Se questa è la minestra, noi non la beviamo.

Non la beviamo perché, ammesso e non concesso che a Senigallia esista un problema d’ordine pubblico (e non esiste), risolverlo solo con la polizia è un’illusione. Possono pure mettere un poliziotto dietro ogni capanno, non serve a nulla se poi il giorno dopo il vandalo è in grado di agire di nuovo e impunemente.
La sicurezza non è (solo) un problema di forze dell’ordine. La sicurezza va a braccetto con la certezza del diritto, cioè il fatto che ad un reato corrisponda una punizione sicura e adeguata.
Non lo dicono, perché se lo dicessero dovrebbero ammettere che in Italia non solo non c’è certezza del diritto, ma ultimamente il diritto è incerto per legge.

Il senatore Casoli e il deputato Paolini adesso presentano interrogazioni parlamentari sulla sicurezza. Casoli e Paolini, non più tardi d’un mese fa, erano pronti a votare il decreto sicurezza versione “hard”, che sospendeva centomila processi per bloccarne uno. E tra i centomila processi da mandare alle ortiche c’erano tutti quelli per reati di danneggiamento, cioè tutti quelli su cui hanno fatto la campagna elettorale in nome della tolleranza zero.
Casoli e Paolini hanno votato il lodo Alfano, quello che, in barba alla Costituzione, rende quattro cittadini più uguali degli altri davanti alla legge. È la legalità all’italiana: impunità per pochi, tolleranza zero per tutti gli altri.
E mentre a Roma si votava questa porcheria, vi risulta che a Senigallia i paladini della sicurezza abbiano detto una parola o solo alzato un sopracciglio in disaccordo?

Siamo arrivati a questo punto. Se a sfondare un lettino è qualche giovanotto mentre si sbaciucchia con la ragazza, i due piccioncini si beccano una denuncia per danneggiamento aggravato. Mettete invece sopra lo stesso lettino un’alta carica dello Stato, magari con una delle sue fiamme in un momento d’intimità lontano dalle intercettazioni: lui può sfasciare il lettino e pure tutto lo stabilimento, tanto non ne risponde.
Quindi, cari vandali, fatevi furbi: se siete nervosi, avete voglia di spaccar qualcosa, vi prudono le mani e non ne potete più, prima candidatevi almeno alla presidenza del consiglio.

Andrea Scaloni

Andrea Scaloni
Pubblicato Lunedì 4 agosto, 2008 
alle ore 16:26
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