Proiettili e svastiche in casa di sette naziskin
Blitz a Senigallia, Fano e Pesaro. Nel mirino anche un tifoso della Vigor
C’è anche Emanuele Pagnani, l’operaio di 24 anni di Sassoferrato già arrestato e ora sotto processo per l’ aggressione del luglio scorso ad un militante del centro sociale "Oltrefrontiera" avvenuta a Pergola, ferito a coltellate durante una festa in piazza, fra i sette giovani naziskin perquisiti all’alba di ieri dagli agenti della Digos di Ancona e Pesaro, in collaborazione con gli uomini dei Commissariati di Senigallia e Fano.
Non si esclude che qualcuno di loro, operai e camerieri fra i 25 e i 19 anni, già noti alle forze di polizia, possa essersi reso responsabile di altre aggressioni a simpatizzanti di centri sociali di sinistra, come quella contro il portavoce del centro sociale "Mezza Canaja" di Senigallia, Nicola Mancini, ferito a bottigliate il 6 ottobre scorso in piazza del Duca.
L’operazione, illustrata dal dirigente della Digos di Ancona Antonio Nicolli e da quello del Commissariato di Senigallia Filippo Materi, si è svolta all’alba di ieri, con perquisizioni scattate a Fano, Pesaro, Senigallia, Sassoferrato, Castelcolonna e Fabriano. In casa di Pagnani gli agenti hanno trovato 45 proiettili per pistola calibro 9×21, una balestra da tiro con frecce in metallo (tutto materiale detenuto illegalmente), una piccola mannaia e una mitraglietta "soft-air", cioè una replica utilizzata per attività sportiva. Per lo skinhead, che teneva anche un diario zeppo di citazioni nazi-fasciste, è scattata una denuncia con l’accusa di detenzione abusiva di munizionamento.
Ma è soprattutto il materiale ideologico recuperato in casa sua e nelle abitazioni degli altri perquisiti, per il quale potrebbero finire indagati in base alla legge "Mancino", a preoccupare la procura della Repubblica di
Ancona, che ha affidato l’inchiesta al pm Irene Bilotta. Gli agenti infatti hanno trovato una maglietta t-shirt nera con la scritta "I bianchi con i bianchi, i neri con neri, egli ebrei? Dove erano ieri". Sotto la scritta la fotografia del cancello del campo di sterminio di Auschiwtz, sovrastata dalla triste scritta "Ar-
beit macht frei", giubbotti neri con i simboli di divisioni delle SS, di Terza Posizione o con slogan del Ku Klux Klan, oltre a bandiere con svastiche e croci celtiche, maglie dell’Ira, gigantografie di Hitler e Mussolîni, più qualche libro di indottrinamento.(….)
E’ un tifoso della Vigor di Senigallia, già diffidato insieme ad un altro senigalliese, anch’egli fra i perquisiti, per alcuni incidenti nei dopo partita, in particolare quelli accaduti alla fine dell’incontro con la Recanatese e per questo colpito ad aprile da un decreto di allontanamento per tre anni dagli stadi.
Nessuno dei giovani sembra avere legami con Forza Nuova, o con altri movimenti organizzati, ma piuttosto sembra si tratti di "cani sciolti"; il livello culturale dei sette è stato descritto come "molto limitato". L’inchiesta tuttavia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona prosegue per stabilire eventuali coinvolgimenti dei sette in episodi di intolleranza politica accaduti negli ulti tempi. Per questo l’invito degli investigatori della Digos ai ragazzi che dovessero essere rimasti vittime di aggressioni finora non denunciate, magari per paura, è di rivolgersi alla polizia per eventuali riconoscimenti fotografici.
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