La Montagna delle Marche vuole rispetto
Le 13 Comunità Montane aderiscono alla Manifestazione prevista a Roma
L’Unione delle Comunità Montane delle Marche aderisce alla manifestazione organizzata da Uncem, Federbim, FederForeste, Legautonomie, Club Alpino Italiano, Aem e con il supporto dei principali sindacati, prevista a Roma per mercoledì 24 Ottobre. Testimonial d’eccezione lo scrittore Mauro Corona. Il corteo inizierà a Piazza della Repubblica e si concluderà a Piazza Venezia.
Il comizio, che riunirà i Presidenti di tutte le associazioni intervenute, chiederà al Presidente del Consiglio Prodi e al Ministro delle Finanze Padoa-Schioppa di stralciare l’articolo 13 dalla Finanziaria per riportare la questione delle Comunità montane all’interno della discussione della legge sulla montagna. Le misure previste, riguardanti il taglio delle Comunità montane, non incidono infatti sui costi della politica ma provocano solo aggravi di costi, diseconomie tra Comuni e ripercussioni sui sistemi pubblici locali.
Si assisterebbe infatti al sorgere di nuove forme di associazione a gravare sullo casse pubbliche e, come peraltro hanno sottolineato i tecnici del servizio Bilancio del Senato, l’eventuale riduzione di spese del personale connesse alla soppressione delle Comunità montane saranno tali solo se per questo personale non saranno previste altre forme di mobilità in altri enti.
Enrico Borghi, presidente dell’Uncem nazionale: “Se la misura prevista dall’articolo 13 della Finanziaria diventasse legge, assisteremmo all’esplosione dei costi, con la nascita anarchica di varie forme di associazionismo intercomunale prive di economia di scala ma tutte con i loro salariati organi politici. I veri colpiti da tale misura – conclude Borghi – sarebbero i Comuni, che nel giro di tre mesi si vedrebbero trasferiti sul capo oltre duemila unità di personale, tutti i ratei dei mutui sino ad oggi contratti dalle Comunità Montane, la gestione dei beni patrimoniali comunitari e soprattutto gli oneri di gestione dei servizi sovracomunali oggi gestiti dalle Comunità Montane e che sono integrati da queste ultime per abbattere i costi finali all’utenza. Se non si pone mano a tale misura, saranno quindi alla fine i cittadini a risentirne in termini di incremento dei costi dei servizi e di perdita delle economie di scala: se il governo vuole realmente risparmiare ci convochi, e noi porteremo le proposte serie, vere e concrete per una razionalizzazione razionale e non avventata”.
Nelle Marche sarebbero ben 4 le comunità cancellate dal primo gennaio 2008 (Catria e Cesano, Metauro, Esino-Frasassi e San Vicino), 2 sono in bilico (Alta Mal Parecchia e Sibillini) ma tutto il territorio e la popolazione montana verrebbe ridotta di oltre il 70%. Immediati i disservizi alla collettività: fine dei servizi portati direttamente nei piccoli comuni (dallo sportello anagrafe al catasto, dall’Inps all’Enel, dall’Informagiovani allo sportello lavoro), chiusura di centri sociali (per l’handicap o gli anziani, la cultura o lo sport) e di strutture comuni (dal macello pubblico alla discarica), innalzamento del costo dei servizi urbani non più consorziati (trasporti, rifiuti, contratti di fornitura), abbandono di tutte le politiche di tutela del territorio (prevenzione e lotta agli incendi, assetto idrogeologico, cura dell’ambiente, gestione dei boschi e del patrimonio florafaunistico).
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