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Per Tipicando Il sapore delle lacrime

Passeggiata nel centro storico di Morro d'Alba

Lacrima di Morro d’AlbaIl nome di questo paese è sinonimo di confine poiché la “mora” dell’ “alba” era il cippo che segnava il limite del colle (sul quale ogni mattina sorgeva l’alba) che separava i comitati di Jesi e di Senigallia.
Una definizione pratica ma anche molto poetica di un luogo che deve la sua lunghissima vita alla coltivazione di una terra alquanto fertile e altrettanto bella, che si può ammirare in tutto il suo splendore dalle svariate finestre che si aprono lungo il camminamento di ronda coperto delle mura quattrocentesche che circondano il paese e che viene chiamato “la scarpa” perchè segna la forma a orma di piede di Morro.
Il vero protagonista però di questo nuovo appuntamento con Ticando di domenica 21 ottobre è il vino Lacrima di Morro. Questo vino rappresenta una delle principali eccellenze di questa zona.Nel 1985 ha ottenuto il riconoscimento DOC ed ha origini antichissime, la prima citazione storica riguardante i vini di Morro d’Alba si ha grazie a Federico Barbarossa che già nel 1167 durante l’assedio di Ancona, scelse le mura di Morro d’Alba come dimora e riparo e chiese agli abitanti di consegnargli le cose più buone e prelibate, tra cui il famoso succo d’uva di Morro d’Alba.

Il “Lacrima” è un vitigno autoctono a frutto nero, unico ed esclusivo della zona, da sempre allevato nel territorio di Morro d’Alba. La zona di produzione comprende un ristretto territorio in provincia di Ancona, a nord del fiume Esino e riguarda, in tutto o in parte, 6 comuni: Morro d’Alba, da cui prende il nome, Monte San Vito, S.Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia. Sono esclusi i fondo valle e i versanti delle colline di Senigallia affacciati sul mare. Le uve vengono raccolte tardivamente quando raggiungono la piena maturazione e le bucce si rompono lasciando “lacrimare” la parte succosa all’interno, da cui il nome “Lacrima”. Il vino si presenta di colore rosso rubino intenso con notevoli ed evidenti sfumature violacee. Se consumato giovane si nota un delicato e caratteristico profumo vinoso, di cantina in fermentazione. Con l’invecchiamento i toni passano invece ad un fruttato-floreale di fragola, ciliegino, more di rovo, mirtilli, viola e violetta. La struttura è abbastanza corposa e dal gusto asciutto, con un tannino evidente ma mai spigoloso e pungente. 

La prenotazione è obbligatoria entro giovedì 18 ottobre
Per info: www.percorsiparalleli.it

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 17 ottobre, 2007 
alle ore 17:17
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