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Titti Coppetti in mostra all’Osteria del Teatro a Senigallia

Per tutto il mese di agosto

Titti CoppettiViene inaugurata presso l’Osteria del Teatro di Senigallia “Il colore dell’oro”, personale di Titti Coppetti che resterà aperta per l’intero mese di agosto. Alla trentottenne artista romana (pittrice, restauratrice e decoratrice), in questi giorni nella nostra città, abbiamo rivolto alcune domande.
 
Ci parli della sua formazione?
Ho iniziato a dipingere da autodidatta a 14 anni, intraprendendo lo studio dell’anatomia umana e di alcuni animali, in particolare i cavalli. Poi è venuto il momento della formazione “accademica”, con la laurea in Storia dell’Arte alla Sapienza e il diploma alla Scuola di Arti ornamentali di Roma, entrambi nel 1996. Successivamente mi sono occupata soprattutto di restauri, prendendo parte a quelli effettuati, nella capitale, presso la Basilica di S. Cecilia in Trastevere, della Domus Area e del Ciborio di Arnolfo di Cambio e, in Veneto, presso la Villa Manin di Ponzano di proprietà Benetton e la Villa Loredan Gasparini a Venegazzù di Volpago del Montello.
 
E la pittura?
Dopo la fase da autodidatta, lo studio ha conosciuto altri momenti. Un anno fa è maturata l’idea di fare quadri di natura decorativa, di arredamento per la casa, in cui utilizzo colori forti e terrosi e li unisco alla tecnica della doratura. In questa scelta c’è un insegnamento che proviene dal restauro, che consente di stare a contatto con tecniche differenti e di effettuare una determinata scelta di materiali. I colori non risultano mai vivaci, in quanto neutralizzati da quelli complementari: mai un rosso vivo o un colore sgargiante.
 
Una ricerca dunque non casuale.
Certamente. Prediligo tematiche simboliche ed oniriche, espresse attraverso una pennellata incrociata e irregolare e cromatismi caldi e sfumati: le atmosfere sono per lo più senza tempo, i personaggi vivono in ambientazioni metafisiche ed esprimono una calma serena e avulsa da ogni dinamismo. Diciamo che parto da una matrice realistica che poi viene a contaminarsi di esperienze geometrico-astratte, metafisiche e simboliche.
 
Esiste pertanto una relazione tra l’attività pittorica e la professione di restauratrice?
Il restauro a volte sconfina, ove concesso, nella decorazione. E quindi io faccio decorazioni, preferibilmente ex novo: ma alla fine devono risultare leggermente consumate.
 
Ci illustri questa personale? Perché “Il colore dell’oro”?
Il motivo dell’oro, simbolo di luce e di ricchezza, è il filo conduttore di una mostra in cui sono utilizzate le tecniche dell’acrilico, dell’olio e della doratura a foglia. È un itinerario di 16 opere pittoriche che si snoda attraverso tre diversi percorsi: quello dei fiori, di timbro realistico; quello dell’abbraccio, sostanzialmente geometrico ma con sfumature metafisiche, in cui i lineamenti umani si fondono con quelli animali; e infine un ultimo geometrico, permeato anche da influssi astratti e da tonalità gialle e bruciate che richiamano la terra marchigiana.
 
Che rapporto ha con le Marche?
Non ci sono nata  (è nata a Palmanova, in Friuli, ndr), però la mia famiglia è di origini jesine. Ogni estate della mia vita, inoltre, l’ho trascorsa a Senigallia, risiedendo nella Villa del Ghiretto di Ostra e trascorrendo giornate e serate nella Spiaggia di Velluto.
Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 3 agosto, 2007 
alle ore 18:34
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