Sferzata nuova per l’Eco
In distribuzione il nuovo numero free press
Vogliamo prenderci almeno un merito, uno solo, quello di essere capaci di scendere nel concreto, cioè sul piano delle cose che si possono fare, e non soltanto teorizzare, e di chiamare direttamente in giuoco l’iniziativa dei cittadini. Molti – compreso chi scrive – hanno una spiccata propensione a dire le cose e poi ad incrociare le braccia in attesa che qualche altro le faccia. Questa volta, invece, abbiamo fermato un passo avanti.
Innanzitutto apportando un restyling grafico al nostro giornale. Già dallo scorso numero, relativo al mese di Luglio, abbiamo dato una sterzata nuova alla veste grafica, cambiando testata ed impaginazione. Ottimo pretesto per aggiungere tasselli nuovi che vanno a corroborare il nostro lavoro che dura da oltre tre anni.
Altro tassello: una novità assoluta, ed è una grande novità per l’Eco. Nata dall’idea di un singolo. Questo numero Speciale che appoggia un importante progetto. Una trade union tra la nostra città e Cortina d’Ampezzo, meta di vacanza di moltissimi marchigiani. Per tutto il mese di Agosto un reale ponte culturale tra Senigallia e Cortina, le prime due stazioni turistiche di soggiorno elitario marino e alpino, connubio ideale in qualità di sedi di diffusione di eventi culturali.
Troppo complesso per poterlo sbrigare in due parole (l’approfondimento nelle pagine interne) e avremo certamente il destro di tornarci sopra, visto l’interesse che esso ha suscitato tra i nostri sostenitori e le sollecitazioni che da loro ci vengono. Di certo c’è che anche noi saremo presenti a Cortina con 5.000 copie in più, un’ottima occasione per dare visibilità all’Eco e di conseguenza a tutti i nostri sponsor. Vogliamo crescere, vogliamo giocare tutte le carte che ci sono nel mazzo, convinti comunque che la prima dote dell’intelligenza è il senso della misura. Seguiremo il tutto cautamente, con la massima attenzione e con il cuore in gola. Siamo piccolissimi imprenditori che tenacemente costruiscono la loro impresa e l’amministrano con la stessa parsimonia con cui amministrano la propria vita. Ci sarebbe ancora molto da aggiungere, ma niente da rettificare. Perché se ci siamo è per fare qualcosa. Qualcosa di piccolo o grande non importa. Ma qualcosa. E quindi bisogna farlo, indipendentemente dal suo successo. Questa è la mia morale e dei miei compagni di lavoro. Non ce lo siamo mai detto, ma è sottinteso, sottointendendo anche – riprendendo un articolo di fondo che scrissi tempo fa – alle volte uno getta al vento un seme e chissà che magari nasca un albero. Noi continuiamo a “seminare”.
Letizia Stortini
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