Motociclista fulminato da un infarto dopo la festa
Tragedia nella notte di sabato a Fano. Leonardo Gabbanella, 59 anni, era di Senigallia
Aveva ballato e chiacchierato fino a una manciata di minuti prima. Poi ha avuto solo il tempo di indossare il casco, inforcare la moto e partire verso casa insieme alla sua compagna: dopo un chilometro ha rallentato, ha accostato a destra e si è accasciato senza vita.
E’ morto così, poco dopo l’una di sabato notte in: via Papiria, Leonardo Gabbanella, 59 anni di Senigallia. Secondo il medico del 118, che ne ha constastato il decesso, probabilmente è stato stroncato da un infarto; comunque un malore improvviso e inatteso. La moto, un’Honda 250, è caduta su un fianco quando era quasi ferma tanto che Clara Tarini, la compagna senigalliese che era sul sellino posteriore; non ha riportato lesioni.
Leonardo Gabbanella era un macchinista delle ferrovie in pensione. Aveva passato la serata nella sede della cooperativa Tre Ponti, nell’omonima località vicino all’ aeroporto di Fano, dove in questi giorni di svolge la "Festa d’ la crescia matta", un appuntamenfo tradizionale, arrivato alla venticinquesima edizione, che sabato sera proponeva l’intrattenimento musicale di "Carlo Zini & gli Zeta".
Trà cena e musica Leonardo Gabbanella aveva trascorso una serata piacevole. Sembra che non avesse avvertito particolari avvisaglie del malore fatale.
Per la fidanzata la tragedia è stata uno choc: una perdita lacerante e poi il modo così crudele in cui si e consumata. Quando la donna è caduta con la moto ha cercato di scuotere il compagno, lo ha chiamato più volte senza ricevere risposta. E’ stata lei a dare l’allarme: sul posto sono arrivati l’ambulanza della Potes e la pattuglia della polizia stradale di Fano. Per Leonardo Gabbanella, fulminato dal malore, non c’è stato nulla da fare.
"E’ una morte apparentemente inspiegabile – afferma la figlia Barbara, che abitava con il genitore rimasto a suo tempo vedovo -. Mi hanno riferito che mio padre è morto per un infarto ma lui non soffriva di particolari patologie e non sapeva di essere un cardiopatico. Era sempre stato bene. Non so quando organizzeremo il funerale perché mi devono comunicare se e quando sarà disposta l’autopsia". La figlia, che vive con grande dignità il dolore, precisa comunque di non avere motivi per pensare che la morte sia stata provocata da ragioni diverse da quelle naturali.
Lorenzo Furlani
Corriere Adriatico
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