Goldengas sotto tono, l’Ozzano ne approfitta
Goldengas 70 Ozzano 80
Ozzano sbanca il palasport di Senigallia(70-80) ed ipoteca così una salvezza che, con gara due fra le mura amiche, è quanto mai vicina. Per la Goldengas invece il rammarico di aver gettato un match in cui obiettivamente si poteva e si doveva fare molto di più e dove i meriti degli ospiti che pure ci sono, non sono apparsi così netti. Il mancato apporto di alcuni giocatori chiavi, oltre ad alcune scelte tecniche discutibili hanno spianato di fatto la strada agli uomini di Tinti ed hanno permesso ad Ozzano una vittoria di Senigallia pesantissima. Bianchi, con la formazione al completo, manda in campo Filattiera, Graziani, Maggio, Radovanovic e Raminelli. Tinti risponde con Borgna, Carretta, Coronini, Barbieri e Liburdi. I primi minuti di studio producono solo falli, ben cinque in novanta secondi. Senigallia fatica a trovare la via del canestro ed Ozzano ne approfitta (3-7). Raminelli e Filattiera fanno registrare però delle buone giocate e, insieme a Radovanovic, sono i più produttivi. Così dal 7-12 del 5′ si passa, complice anche un antisportivo fischiato a Liburdi, a 16-12. Bazzoli e Grosso rilevano Filattiera e Maggio e la Goldengas accusa il ritorno degli emiliani che chiudono il quarto a – 2, 24-22. Nel secondo quarto la Goldengas insiste fino a portarsi sul 33 a 21 (15°) e neanche la zona ospite sembra impensierire i biancorossi, (39-29). Poi quattro minuti di vuoto assoluto coinciso con l’uscita di Filattiera e Casagrande, cambiano completamente le sorti del match. Ozzano, con un parziale di 0-12, chiude a metà gara addirittura in vantaggio, 39-41. Il terzo quarto è tutto di Ozzano che, trascinato da Carretta, Liburdi e Pagliari incrementano minuto dopo minuto: 39-45, 39-48, 43-58. Il – 14 con cui la Goldangs inizia gli ultimi dieci minuti è già quasi una sentenza. Infatti, nonostante la grinta e la rabbia messi in campo la Goldenags riesce solo ad arrivare sul -2,66-68 (al 17°) per poi disunirsi a causa di qualche errore di troppo e chiudere definitivamente a -10.
di Giacomo Cicconi Massi
da Il Messaggero
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