Il sound di Massimo Morganti Quartet al Gratis Club di Senigallia
Fantastica chiusura della rassegna Sotto le Stelle del Jazz
Il Gratis Club di Senigallia ha ospitato, venerdì 6 aprile alle ore 21,45, l’ultima data della rassegna jazzistica cittadina Sotto le Stelle del Jazz che vedeva sul palcoscenico Massimo Morganti accompagnato dalla sua nuova formazione formata da Angelo Lazzeri alla chitarra, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Stefano Paolini alla batteria.
La grande esperienza come direttore d’orchestra acquisita da Morganti in questi anni si nota soprattutto dall’impeccabilità e raffinatezza degli arrangiamenti dei brani proposti: tutti i pezzi portati sul palco sono caratterizzati da un continuo movimento ritmico-armonico che cattura l’attenzione dell’ascoltatore da quando viene staccato il tempo fino all’ultima nota. I brani proposti sono frutto di un attenta ricerca del Trombonista nel panorama jazzistico sia attuale che tradizionale: il repertorio è infatti formato da brani di All Crooke (trombonista e didatta contemporaneo di fama mondiale), standards (‘I remember April’ e ‘Like Someone in Love’) e composizioni originali del trombonista (‘Stella’ e ‘Gioco C’).
Il sound del quartetto è solido e raffinato: il suono eclettico del trombone, i ricercati voicing chitarristici, il vellutato walking del contrabbasso e la brillantezza della batteria creano un unico suono ben rappresentato da un fascio di nervi in continuo movimento.
Massimo Morganti utilizza gli effetti elettronici per modificare il suono del trombone ed esaltarne quando la melodicità e quando la forza ritmica mentre la chitarra di Angelo Lazzeri a volte sembra un sax alto vista la profondità di suono che riesce ad ottenere.
Gabriele Pesaresi sostiene il quartetto con un suono potente e preciso sia nei momenti di accompagnamento sia nei temi all’unisono con i solisti e gli assoli alla batteria di Stefano Paolini sono impreziositi dall’elettronica che stupisce tutti gli ascoltatori.
Una degna conclusione per la rassegna jazzistica che ha permesso alla città di ascoltare una musica in continuo divenire che affonda le proprie radici in più di un secolo di storia.
Marco Santini
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