Senigallia: Via Piave, arrivano gli inquilini
Dopo la riassegnazione degli appartamenti realizzati dalla Camac
Traslochi in corso nel Peep di via Piave dopo la riassegnazione dei 14 alloggi consegnati dalla Camac. Tra lo stupore per gli innovativi accorgimenti della bioarchitettura e la felicità di entrare in una casa che possa definirsi tale, gli inquilini hanno iniziato ad arredare gli appartamenti loro assegnati. Tra loro c’è chi per la prima volta potrà concedersi un bagno nella vasca. Una rivelazione che sembra avere dell’assurdo per chi un simile confort ormai lo dà per acquisito ma, a quanto pare, non per tutti è così scontato.
Perplessità sono state invece manifestate per la mancanza dei termosifoni. Qualcuno ha pensato di doverli comprare di tasca propria ma tutti sono stati subito rincuorati dal presidente onorario della Camac, Valentino Mandolini, nello spiegare che l’impianto termico esiste pur non essendo a vista. Il pavimento irradia infatti il calore necessario a riscaldare le abitazioni. E mentre gli inquilini erano alle prese con gli arredi da posizionare e gli scatoloni da disfare hanno ricevuto ieri mattina la visita degli amministratori comunali e dei rappresentanti di Camac ed Erap.
La Cooperativa che ha già ultimato i lavori, oltre ad aver consegnato 14 alloggi ad edilizia popolare al Comune, ha completato anche 45 abitazioni private. L’Erap invece, che gestisce 418 abitazioni nel territorio, renderà disponibili altri 16 alloggi. “Chi non ricorda cosa c’era in via Piave fino a pochi anni fa – interviene il sindaco Luana Angeloni -, adesso come tutti possono notare abbiamo un complesso residenziale che dà un’importante risposta abitativa con una notevole riqualificazione esterna”.
La ciliegina sarà la fontana che la Camac sceglierà tra i 65 bozzetti realizzati dagli studenti degli istituti d’arte regionali. “Vorrei ricordare la complessità dell’intervento – aggiunge Mandolini -, perchè un conto è operare in un’area libera un altro in una già occupata e addirittura abitata. Un altro elemento particolare è l’essere stato realizzato con la bioarchitettura e da una cooperativa”.Gli alloggi sono dotati di una o due camere ed hanno una dimensione variabile tra 45 e 58 metri quadri. Ognuno è fornito di soffitta, 9 sono muniti di garage e i restanti 5 di un posto auto. I cittadini già in graduatoria, rimasti esclusi da la riassegnazione degli alloggi, verranno sistemati non appena le torri dell’Erap saranno ultimate.Ciò dovrebbe avvenire entro l’anno, come rassicurato dall’ingegnere Urbinati dell’Erap che ha garantito la ripresa dei lavori entro il mese di aprile.
“Questo intervento è un esempio di come la riqualificazione urbana non tende ad espellere ed emarginare chi vive in abitazioni popolari – conclude il sindaco – ma la contiene integrandola nei quartieri residenziali. Mi corre inoltre l’obbligo di ringraziare le amministrazioni che ci hanno preceduto, perchè l’idea del progetto risale al 1987, ed in particolare un grazie va all’allora assessore Durpetti”. Scelte urbanistiche quindi che sostengono e rinforzano il sociale, come ricordato anche da Campanile nel ribadire la priorità data dal suo assessorato alla politica dellacasa.
Sabrina Marinelli
dal Corriere Adriatico
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