La Lirica al San Rocco di Senigallia
Un Don Pasquale da favola
Una sala gremita, degna delle grandi occasioni, ha sottolineato con lunghi e calorosi applausi anche a scena aperta, l’esecuzione del Don Pasquale.
A San Rocco, per la stagione musicale de I concerti della Fenice, organizzati dall’omonima Associazione Culturale, domenica scorsa è andato, infatti in scena il "Don Pasquale" di Gaetano Donizetti.
Ad interpretarlo in maniera impeccabile, in una versione scenica integrale con costumi, è stato l’ottetto dell’Ensemble Opera Pètite, diretta dal musicista marchigiano Roberto Molinelli, conosciutissimo anche come compositore di brani di musica classica e moderna.
Ancora una volta, egli ha saputo rispondere all’esigenza di promuovere repertori lirici di autori tanto amati dal pubblico anche al di fuori di teatri lirici di tradizione.
Gli arrangiamenti da lui scrupolosamente realizzati, sono stati interpretati alla perfezione da Roberto Ripesi (basso) che con la sua formidabile voce, unita ad un’altrettanto valida recitazione, ha reso la parte di Don Pasquale così simpatica da indurre il pubblico a parteggiare per il difficile personaggio che, nella trama, doveva essere oggetto di un meritato raggiro.
Accanto a lui una splendida Stefania Donzelli (soprano) nella duplice parte di Norina – Sofronia, interpretata con maestria e grazia.
Né da meno è stato Lucio Mauti (baritono) nella parte del dottor Malatesta. La sua voce, importante e ben costruita, ha accompagnato una presenza scenica di tutto rispetto.
Apprezzabile, per vocalità interpretativa e simpatia, anche Patrizio Saudelli (tenore) nella parte del romantico Ernesto innamorato di Norina.
Claudio Ferretti ha, infine, caratterizzato opportunamente il Notaro sostenendo un ruolo che nella partitura originale è affidata al coro.
La regia, curata da Mirca Rosciani Molinelli, pianista, e dallo stesso Roberto Ripesi,ha saputo non solo caratterizzare con originalità ed ironia i personaggi, ma anche vivacizzare l’opera stessa che, gradevole ed esilarante di per sé, è apparsa elegantemente arricchita da simpatiche e coinvolgenti idee sceniche.
A conclusione della rappresentazione, unanime il consenso del pubblico che, con calorosi applausi ha più volte richiamato alla ribalta gli interpreti.
Senigallia, come è noto, è stata nel tempo una "piazza" difficile: l’amore per la lirica fa parte del suo DNA. Se è inutile rimpiangere i fasti ottocenteschi e dei primi decenni del XIX secolo, non possiamo non chiederci perché chi di dovere non senta la necessità di coltivare questa bella e viva tradizione, essendo la città dotata di un teatro di grande capacità con un palcoscenico di estesissime dimensioni e di un pubblico, come quello di domenica, capace di entusiasmarsi di fronte alla grande professionalità degli interpreti.
Rosa Maria Bonvini
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