L’incubo di Darwin al CSA Mezza Canaja di Senigallia
Giovedì 1 marzo alle ore 21.30
Ancora un appuntamento per Te lo faccio vedere io al CSA Mezza Canaja di Senigallia.Giovedì 1 marzo alle ore 21.30 L’incubo di Darwin
Il Lago Vittoria non è solo il più grande lago tropicale del mondo, ma possiede anche un microcosmo molto particolare. Nelle sue acque, fino al 1954, nuotavano numerose specie di pesci, alcuni dei quali ancora poco studiati. Dalla fatidica data citata, le cose cambiano radicalmente: per motivi ancora non del tutto chiari (o forse chiarissimi) viene introdotto nel lago il Black Bass ai più conosciuto come persico reale, un pesce predatore. Improvvisamente la ricca fauna lacustre cambia, e il persico si ritrova ad essere, con la sua enorme mole, il re indiscusso del lago e il motore trainante dell’economia locale. Fiorisce la pesca, la lavorazione e l’esportazione del prodotto. Cargo europei, russi e a volte anche americani, ogni giorno affollano il piccolo aeroporto locale per caricare tonnellate di pesce. Ma una domanda, a questo punto, sorge spontanea: visto che la popolazione locale vive ancora in uno stato di indigenza assoluta, come vengono pagati i carichi spediti in ogni parte del mondo?
Il documentario-inchiesta presentato al 61°festival di Venezia cerca di gettare un necessario cono di luce su questa spinosa questione. Vengono intervistati i pescatori (spesso ragazzi), i proprietari delle fabbriche che lavorano il pesce, i ministri af ricani, i piloti russi.
“Solo il più forte sopravvive”, dichiara un tanzaniano, e si riferisce soprattutto alla necessità di portare a casa il necessario per sfamare la propria famiglia. Se un capo famiglia durante la pesca, è sbranato dai coccodrilli o muore per l’Aids, diffuso in gran parte della popolazione, l’unica soluzione per sottrarsi a una fine certa, è che le donne si prostituiscano con i pescatori e i piloti provenienti dal vecchio continente. Ma mentre qui la mis eria e la fame dilagano e le malattie si estendono in maniera impressionante, nel resto del mondo arrivano costosissimi filetti di persico ben lavorati e saporiti. In cambio di cosa?
L’ipotesi (tra l’altro confermata da alcuni testimoni…e a intuito molto plausibile) del regista è che i cargo che si recano sulle sponde del Lago Vittoria per caricare il pesce, non arrivino vuoti ma “carichi di meraviglie”: kalashnikov, munizioni, addirittura carri armati che vanno a rifornire gli incalcolabili foco lai di guerra sparsi per tutta l’Africa. Il modo di condurre l’inchiesta è semplice e diretto, non ci sono domande trabocchetto o spie segrete, il regista intervista boss locali e prostitute con la stessa naturalezza e semplicità e il risultato oltre che toccante e commovente risveglia quello sdegno e quell’ indignazione che a volte dimentichiamo di tirar fuori.
Centro Sociale Autogestito
Mezza Canaja
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