Il giudice dà torto a Richard Mengucci
Fa causa ma viene condannato per "lite temeraria"
Chiede al suo commercialista 5 miliardi di vecchie lire di risarcimento per avergli prospettato un affare rischioso, convincendolo ad investire in un bidone. Il giudice, però, scagiona il professionista e condanna il ricorrente a liquidargli 5 mila euro per temeraria lite. Per aver cioè dato vita a una causa priva di fondamento, cagionando al commercialista danni morali e biologici. Protagonisti della querelle iniziata nel 1999, due noti personaggi: da un lato Richard Mengucci, figlio della proprietaria del Miu J’adore Jacqueline Donna, convinto di essere stato costretto "ad un’operazione scellerata". Dall’altro, il commercialista Antonio Pellegrini. La citazione era stata proposta inizialmente anche dal papà di Richard, Libero Mengucci, detto "Bibo", ex patron dello Shalimar. Oggetto del contendere l’acquisto nel 1997 da parte dei Mengucci della concessionaria Ford Micci. Un’operazione, secondo i due ispirata da Pellegrini, che gli avrebbe illustrato una falsa situazione patrimoniale dell’azienda, tanto da convincerli a un primo conferimento 650 milioni di vecchie lire per costituire una società ad hoc all’acquisto. Una volta rilevata la concessionaria, i Mengucci si sarebbero accorti delle condizioni di estrema difficoltà in cui versava.E Pellegrini, per evitare il naufragio, li avrebbe indotti a sborsare altri 783 milioni di curo e a farsi garanti, nei confronti delle banche, dell’intero debito di circa 3 miliardi e mezzo di vecchie lire. Il commercialista, difeso dagli avvocati Giampiero Paoli e Stefano Francia, ha ribattuto di aver sconsigliato i due a procedere nell’operazione e di rivolgersi a un avvocato. Il giudice Daniela Marconi gli ha dato ragione.
di Letizia Larici
da Il Messaggero
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