Senigallia: Il Quadro cinquecentesco di Ercole Ramazzani torna dai restauri
L'Immacolata Concezione torna nella sua sede
E’ tornata nella sua sede, grazie alla fondamentale sponsorizzazione economica della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e dopo i pazienti restauri condotti nel laboratorio urbinate di restauro "Il Compasso" del Prof. Michele Papi, la cinquecentesca tela raffigurante l’Immacolata Concezione e Santi, opera del noto pittore arceviese Ercole Ramazzani.
La Pala d’Altare, realizzata per la Parrocchiale di S.Benedetto in Morro d’Alba, era stata parte integrante della mostra senigalliese dedicata nel 2004 al 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria da parte del beato Pio IX, ed in quella occasione si era potuto individuare l’autore del prezioso manufatto, quell’Ercole Ramazzani "da Roccacontrada" – come allora si firmava – che aveva realizzato il quadro nel 1595.
I lavori di restauro, eseguiti sotto la direzione della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico delle Marche, hanno riportato al vivo gli eccezionali colori della tela le cui cromie erano state offuscate dal tempo, con il posarsi di polveri e fumo di cera.
"Un’opera particolarmente interessante quella del Ramazzani – spiegano dalla direzione della Pinacoteca – in quanto l’Autore compendia nel quadro gran parte della simbologia legata al dogma mariano dell’Immacolata: torre, palazzo, tempio, cipresso, fonte, pozzo, sono tutte immagini presenti e rimandano a raffigurazioni bibliche, ad invocazioni litaniche o ad eventi della storia della salvezza: le rose rosse sono un richiamo alla passione del Redentore, quelle bianche al candore di Maria, la torre è la stirpe di Davide da cui viene il Cristo, l’edificio monumentale il tempio e l’arca che conteneva, anch’essa immagine di Maria, "arca della nuova alleanza". Tutti i simboli, comunque, nascono da un solo punto e su questo si focalizzano: Maria è immacolata, tutta santa, assunta in cielo, madre della Chiesa solo e perché madre di Cristo".
Un ringraziamento al mecenate dell’iniziativa giunge dalla Diocesi di Senigallia alla Fondazione Carjesi che ha voluto farsi ampiamente carico dell’intervento.
"Dalla sinergia di più soggetti, dal momento culturale prodromo di una mostra al successivo restauro, si è restituito al grande pubblico un tassello importante della storia dell’arte del nostro territorio".
Per informazioni è possibile telefonare al numero 071.60498/65758 oppure visitare il sito www.diocesisenigallia.it .
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