PLAGE SAUVAGE
Il precariato si prende la vacanza
“Nella misura in cui l’apparato di produzione diviene più importante e più complesso […], i compiti di controllo divengono più necessari e più difficili. Sorvegliare diventa allora una funzione precisa, ma che deve essere parte integrante del processo di produzione […].
La sorveglianza diviene un operatore economico decisivo, nella misura in cui essa è, insieme, un elemento interno all’apparato di produzione e un ingranaggio specifico del potere disciplinare“.
(M. Foucault – “Sorvegliare e punire”)
Sotto il coprifuoco della “estate sicura” sta emergendo un’altra spiaggia. Una spiaggia liberata dai ridicoli divieti di balneazione, dai cancelli e dalle guardie private che “difendono” gli stabilimenti balneari.Una spiaggia liberata dai “raid” delle forze dell’ordine contro i migranti che si guadagnano la vita con improvvisate bancarelle. Una spiaggia liberata dalla “socialità disciplinata” delle feste dove si paga a caro prezzo l’ingresso e la consumazione, dove la possibilità di mettere e di sentire musica passa attraverso il “pizzo” pagato alla SIAE e dove alle due di notte – salvo rare eccezioni – scatta il “tutti a casa”, altrimenti, ecco la municipale!
Una spiaggia dove l’incontro, la socialità e il divertimento non sono legati e mediati dal grande evento commerciale/turistico/massmediatico. Una spiaggia liberata dalla compravendita fatta sulla pelle del demanio pubblico.Una spiaggia sottratta alla costante e continua erosione che i privati – grazie anche ai loro legami politico/amicali – compiono su di un bene pubblico, togliendone di fatto, la possibilità di una fruizione libera e gratuita.
Una spiaggia sottratta al ricatto delle lobby del mercato turistico che per i loro interessi privati vogliono ridurre Senigallia alla città della piccola, benestante e tranquilla famiglia borghese, allontanando ogni altro soggetto sociale, soprattutto giovanile.
Una spiaggia capace d’interrompere la spirale che si è innescata tra la blindatura ed il controllo del lungomare ed il diffondersi di atti vandalici e viceversa. Una spiaggia che rifiuta ogni paranoia ed ogni delirio sicuritario che si traduce in un inutile e dispendioso aumento di poliziotti di quartiere, di pattuglie della municipale, di una stazione mobile dei carabinieri per il lungomare, dell’invio telematico alle forze dell’ordine delle presenze negli alberghi e dell’istaurazione di sistemi di videosorveglianza. Il tutto, mentre le statistiche date dalle stesse forze dell’ordine danno la microcriminalità in calo ed i sondaggi effettuati, dicono che solo per il 3,56% dei senigalliesi la “criminalità” è un problema urgente. E’ evidente, allora, che la continua evocazione dello spauracchio “allarme criminalità”, fatto dai politici e dai media, è un’azione cosciente per speculare sulle paure, sulle insicurezze e sulle ansie delle persone, con l’unico scopo di attingere fondi dai decreti fatti dall’ex-ministro Pisanu per poi soddisfare le varie lobby politico/economiche della città.
In questo contesto, la continua ricerca del “soggetto deviante” da rieducare o da reprimere – che siano i migranti sporchi e maleducati di Via Carducci, i temibili bivacchi alla Rocca Roveresca, l’abusivismo da spiaggia (e quello della cementificazione e degli alberghi che impediscono che il sole batta sulla spiaggia cos’è?!) o i “nomadi” lungo la statale – è esclusivamente funzionale ad una logica politica –locale e globale – che ha trasformato, per i propri tornaconti economici, la sicurezza in un elemento fondamentale dell’offerta turistica.
Quest’anno, sotto il coprifuoco dell’estate sicura sta emergendo “Plage Sauvage“. Quattro giorni – dal 11 al 15 agosto – di concerti, mostre, film, controinformazione, feste in spiaggia ed azioni dirette per affermare che la spiaggia è uno spazio pubblico, un bene comune che non può essere usato e svilito per il tornaconto politico ed economico dei soliti noti.
Sous le pavé, la plage … sauvage!
CSA ½ CANAJA
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