Don Angelo Mencucci, un testimone
di Gastone Mosci
Anche don Angelo Mencucci ci ha lasciati nel vuoto di chi sente subito il distacco di una vita piena di iniziative e di progetti, don Angelo l’amico di una serie infinita di impegni nella cultura.
L’altro vuoto porta il segno della perdita di chi ti è stato vicino ed ha incoraggiato e sostenuto una battaglia continua per la fede e per la vita. La testimonianza di don Mencucci attraversa il campo della cultura e della passione per la ricerca storica, la costanza dell’impegno editoriale, tutti luoghi che amava molto; inoltre portava l’icona d’un carisma rivolto al colloquio ed all’incontro sui temi capitali della vita: partecipare alla dimensione quotidiana con lo spirito del "maestro" che indica la strada della sapienza. Un intellettuale ha il compito di stare vicino alla sua gente. Don Angelo Mencucci vi aggiungeva il suo ministero sacerdotale fra aperture e distinzioni, fra donazioni di fiducia e richiami alla fedeltà ecclesiale. Lo ricordo a Palazzo Mastai instancabile animatore, quando si andava nella sua casa della cultura con Valerio Volpini, don Italo Mancini, gli altri amici urbinati. Ogni volta era pronto a raccogliere idee e proposte per poi aprire un dibattito che usciva dal palazzo per entrare nella riflessione quotidiana delle persone. Difatti il suo lavoro di storico e di cronista del Novecento senigalliese è tutto incentrato sulle persone, sui fatti, sulle immagini che arrivano dalla predicazione di Gesù.
Il suo richiamo spesso ad alta voce era: seguire il modello di Cristo, essere segnati dal dono dell’amore.
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