Un’antica strada campagnola, rappresentazione di profonde tradizioni contadine, nei pressi di Senigallia, è sbarrata come un passaggio a livello ferroviario: è via del Trocco, una di quelle non pubbliche, ma cosiddette "vicinali", già essenziali per il transito ed il lavoro nei campi. Unisce la collina di Scapezzano a Cesano a Mare. Una petizione di abitanti (S.S.Trinità di Scapezzano) per la rimozione delle sbarre non è stata accolta dal sindaco di Senigallia in quanto si ritiene (ma i firmatari della petizione anche sulla base di carte topografiche lo contestano vivamente) che via del Trocco non raggiunga sulla costa la grande viabilità.
Si risponde che senza il "Trocco" sarebbe stato impossibile collegare la Statale Adriatica e via Mattei, appunto la grande viabilità, con le campagne in questione e, quindi, attuare la normale conduzione dei terreni. Il "Trocco" subì una breve deviazione durante i lavori autostradali, ma questo non eliminò la sua funzione di congiunzione. I firmatari, molto amareggiati – della petizione – con loro solidali gli Amici della Foce del Cesano – chiedono anche se la trasformazione della via (da terra battuta ad asfaltatura) rispetti i vincoli paesaggistici della Regione.
Apprezzata la decisione del titolare della "vicinale" di rendere libero il passaggio pedonale. Ma, problemi pratici a parte, il significato culturale della "contesa" è un altro: via del Trocco è una delle icone della vita mezzadrile nel Senigalliese.
Ci si domanda: non è proprio possibile rimuovere quelle sbarre?