Vacanze di Pasqua….al Pronto Soccorso!
di Audi Carol
Salve gente! Avete fatto buona Pasqua?
Avete mangiato, sbevazzato, ingurgitato quintali di cioccolato, scartato decine di uova pasquali? E cosa ci avete trovato nella sorpresa? Chi sono io? Quante domande, scusate mi avete riconosciuta naturalmente, sono la vostra unica ed insostituibile Audi Carol….come va? Se la domanda fosse rivolta a me risponderei: Benino, ora…sapete perche? C’è chi ama viaggiare, chi ama rilassarsi durante le vacanze in maniere diverse, anche originali, perché no, ma io, proprio perché sono la più particolare le feste le ho trascorse in una splendida ed accogliente struttura….il pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia!
Eh, sì, non ci credete, vero? E invece amici miei vi dico che è la sacrosanta verità, purtroppo per me, a causa di un problema di salute le mie vacanze Pasquali sono state un pochino sofferte…colica renale, ma tu guarda cosa mi doveva capitare!
Una cosa la devo dire, al contrario di quanto voi lettori possiate immaginare la mia esperienza ospedaliera non è stata così malvagia….non è così da biasimare il sistema ospedaliero di questa città…..Vorrei ringraziare innanzi tutto i medici, gli infermieri, il personale che nei giorni della mia "agonia" si sono presi cura di me, che hanno ascoltato le mie lamentele, le mie fobie, insomma un grazie di cuore a tutti!
La salute è la cosa più importante, confermo questo proverbio con tutte le mie forze…quando ci troviamo in un letto di ospedale abbiamo tanto tempo per pensare, per riflettere. Le cose ed i problemi che ci sembravano insormontabili ora, chiusi tra quattro mura con la vista di un frammento di corridoio ed uno scorcio di giardino dietro i vetri di una finestra…ora sono sfocati e senza senso. Sapete, il tempo non passa mai, come le gocce della flebo….plin plin, goccia dopo goccia. Infermiera, è finita la flebo! Bene, ne mettiamo un’altra! Nooooooooo, pietà! Sono una fifona, non fatemi vedere un ago infilato nel braccio, posso svenire…brrrrr!
Comunque, morale della favola, quando si esce dall’ospedale tutto sembra più bello, l’aria sembra più fresca, più pulita, anche se un acquazzone bestiale ci sta inzuppando fino alle ginocchia…il mondo sembra più colorato….Una sensazione che inizia dalla dimissione ospedaliera, fino all’arrivo a casa, per circa quattro o cinque ore, poi, chissà perché ci dimentichiamo dei buoni propositi studiati tra le lenzuola della "branda" e ricominciamo ad incavolarci per gli stessi motivi, a crearci gli stessi problemi che ci hanno tenuto compagnia nella vita reale….
La chiamo "realtà virtuale" quella che si svolge dentro le mura di un reparto, perché?
Quello che succede fuori non ci riguarda, diciamo che non ci interessa, vogliamo solo guarire, aspettiamo solamente una parola rassicurante o di conforto da parte di un medico. Aspettiamo che qualcuno ci dica che siamo guariti e possiamo andare a casa. Un corri corri generale, barelle che mi sfilano davanti, persone che si lamentano, medici ed infermieri che accolgono i pazienti con la loro professionalità. Ho notato una cosa, non è importante il tipo di patologia, sia che ci siamo sbucciati un ginocchio o storti un piede, sia che siamo in preda ai dolori più atroci e che abbiamo avuto un incidente, chiunque viene accolto e curato nella stessa maniera, con attenzione, metodo, professionalità e calore. Non è vero, quale calore, direte voi…Invece sì, io ho notato che la cosa principale che un operatore del pronto soccorso sa fare, oltre al suo lavoro, naturalmente, è rassicurare le persone spaventate….Questa è la mia esperienza, poi ci sarà qualcuno che dirà che non è vero, ma ognuno può esprimere la sua opinione, ancora, siamo o non siamo in un paese libero? Le opinioni sono tanti e discordi, ma la linea generale è sempre che comunque la malasanità vige nelle strutture ospedaliere…Ma credetemi, non dipende dal personale che ci lavora, non dipende dai medici, non dipende dagli infermieri, non dipende dal personale addetto alle ambulanze…non è colpa di chi opera all’interno della struttura. Se i medici sono due e le persone che si rivolgono al pronto soccorso sono 500, un po’ di fila, in base all’urgenza bisogna farla, non credete gente? Cosa si potrebbe fare per evitare di aspettare CINQUE O SEI (ANCHE SETTE O OTTO) ore nella sala d’attesa, questo proprio non ve lo so dire, ma chi lavora per noi ce la mette proprio tutta, correndo, dandosi da fare con tutto l’impegno, cercando di accontentare tutti…vero, vero, vero, esperienza personale, esperienza vissuta sulla mia pelle, parola di Audi Carol!
Se avete dei commenti da fare gente, io sono sempre qui, in redazione, pronta a rispondere o a pubblicare le vostre opinioni in merito, capito?
Non voglio suscitare polemiche, cari ciccini miei, l’argomento di oggi se approfondito potrebbe diventare rovente e causa di critica. La mia intenzione non è questa naturalmente, così approfitto per salutare tutti coloro che mi hanno conosciuta durante la mia degenza e durante le "passeggiate" al pronto soccorso, un grosso bacione alla mia vicina di letto che ora è guarita e si trova comodamente a casa sua, un ciao a TUTTI
dalla vostra Audi Carol….
A presto!
(Personaggio di Caludia Perticaroli)
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