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Evento cinematografico al Gabbiano di Senigallia

Il Grande Silenzio dal 7 aprile 2006


Al Cinema Gabbiano di Senigallia da venerdì 7 aprile, una delle pochissime copie in distribuzione de Il grande Silenzio, il film evento di quest’anno che racconta la vita dei Monaci certosini Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival.
Tratto dall’esperienza-progetto del regista Philip Gröning, che ha passato 6 mesi nel silenzio quasi fantastico, lontano dal mondo e dalla sua confusione, del chiostro della Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per documentare la vita dei Monaci Certosini e la loro regola suprema, quella del distacco più assoluto dal mondo.Ha sbaragliato i botteghini tedeschi conquistando anche quel pubblico che di solito non frequenta volentieri le sale cinematografiche. Ha inchiodato allo schermo dell’ultimo Festival di Venezia gli addetti ai lavori per 2 ore e 40 minuti. E alla soglia dei 47 anni è diventato il regista del momento con una delle pellicola più difficili che si possa immaginare di realizzare. Lui è il tedesco Philip Gröning e il suo documentario, Il grande silenzio, mostra la vita quotidiana dei monaci della Grande Chartreuse, sulle Alpi francesi, che hanno fatto voto di rinuncia alla parola.
La pioggia cade sui pannelli di vetro e le campane suonano richiamando alla preghiera risuonando nei cortili innevati del convento della Grande Chartreuse. Questo è l’inizio di Verso il grande silenzio, film di Philip Groning dedicato allo studio della vita monastica nel suo aspetto di contemplazione e di preghiera.
Groning si era già recato nel 1984 presso i monaci francesi chiedendo loro il permesso di effettuare le riprese per il suo progetto. Allora il permesso di illustrare la vita all’interno del convento gli fu negato, ed i religiosi motivarono la loro decisione dicendo semplicemente che i tempi non erano ancora maturi. Ma un bel giorno a Groning è stata concessa la possibilità di realizzare il suo desiderio, e così ha potuto trascorrere un lungo periodo di sei mesi, tra l’estate del 2002 e l’inverno del 2003, in mezzo ai frati della Grande Chartreuse, filmando la loro quotidianità, fatta di piccoli gesti di devozione silenziosa in ogni momento della giornata, nel lavoro come nella preghiera.
Il risultato è il presente film, di durata certamente ragguardevole (più di due ore e mezza), in cui il silenzio è la caratteristica prevalente. Il regista sceglie di non fare un documentario verità scandagliando ad esempio le motivazioni o le personalità dei monaci che sono stati ripresi, ma preferisce mostrare la loro semplicità ed i loro visi luminosi e quasi stupiti di fronte ad una macchina da presa. Non li sentiamo quasi mai parlare, se non per cantare e l’unico ad avere la parola è un anziano monaco non vedente che mette a parte il regista di alcune sue riflessioni molto brevi come: "Non bisogna avere paura della morte. Più ci si avvicina a Dio, più si è felici". Per il resto possiamo sentire solo i suoni che illustrano l’operosa attività del convento, le forbici che tagliano la lana, la pala che scava nella neve friabile ed i passi dei monaci nel chiostro cavernoso. Talvolta il regista mostra anche il lato giocoso dei frati, ad esempio riprendendoli mentre si divertono a discendere lungo un dirupo innevato.
Si tratta di un film che si potrebbe definire "meditativo", e senza dubbio è necessario trovarsi in un particolare stato di ricettività spirituale per poter apprezzare Verso il grande silenzio, ma senza dubbio le serene immagini di Groning riescono a dare un senso di pace a chi vive ritmi più frenetici e meno legati al misticismo dei monaci della Grande Chartreuse.

Cinema Gabbiano
Pubblicato Venerdì 7 aprile, 2006 
alle ore 17:51
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