Mondolfo: San Sebastiano la Chiesa ritrovata
Dopo dieci anni torna all'antico splendore
L’attesa è durata quasi dieci anni, ma finalmente fra pochi giorni i cittadini di Mondolfo avranno la possibilità di apprezzare il restauro della chiesa di S.Sebastiano, ristrutturata con il preciso intento di riportarla alle fattezze originarie.
La chiesa, eretta nel 1479 come ex voto per la scampata peste, ha costituito per secoli non solo un fondamentale centro di socializzazione ma anche un prestigioso luogo di studi scientifici. Proprio qui, infatti, produssero le loro opere sia padre Girolamo Moretti, il fondatore della scienza grafologica moderna, che padre Alessandro Borroni, noto compositore e maestro di cappella di fine ‘800. Dopo il terremoto del 1997 si è avvertita ancor di più l’esigenza di consolidare la struttura dell’edificio e la Sovrintendenza ai beni culturali delle Marche si è fatta carico di seguire il team di architetti e di ingegneri che, con l’Ufficio Tecnico comunale, hanno portato a termine il restauro. Coadiuvato dal collega Vitali, l’architetto Mazzanti, in qualità di progettista e coordinatore generale, ha seguito le fasi di ristrutturazione architettonica e si mostra più che soddisfatto del lavoro svolto: "Il crollo della volta della Basilica di Assisi ci ha convinto ad elaborare un progetto di recupero in cui venisse escluso il cemento armato, inadatto alle sollecitazioni sismiche. Abbiamo così creato una struttura metallica in travi che consente di rinforzare la parte muraria e conferisce all’edificio l’elasticità e la resistenza adeguate a prevenire i danni dei terremoti".
Oltre al rinforzo strutturale, il recupero del Convento di S.Sebastiano ha riportato alla luce l’antica facciata. Quest’ultima negli anni Settanta era stata oggetto di un recupero in senso neoclassico: secondo lo stesso Mazzanti, "fu applicato un intonaco anonimo e una sovrastruttura poco rispettosa dell’impianto originario della Chiesa, comportando uno scollamento tra la facciata e la struttura originaria. Oggi invece abbiamo ripristinato la facciata secondo lo stile tipico di tante chiese marchigiane, basata su una muratura "non-finita"; infatti molte chiese, per mancanza di fondi, non venivano completate nella facciata e molte sono giunte a noi con questo aspetto a strati. Basti pensare alla chiesa di S.Lorenzo di Firenze."
Ma non è finita qui perché anche il sagrato è stato sottoposto a rifacimento: la copertura in asfalto è stata sostituita da una pavimentazione a mattoni che in futuro renderà il piazzale antistante una vera e propria agorà nel cuore del borgo di S.Sebastiano. A questo proposito verranno a breve installati una serie di dissuasori in ghisa e vasi di fiori che serviranno a perimetrare e abbellire il contorno del sagrato. Purtroppo da un anno il Convento è stato abbandonato dai Frati Conventuali, presenti fin dal 1579 e costretti ad allontanarsi da S.Sebastiano in seguito a un mancato ricambio generazionale. La loro dipartita ha lasciato spazio all’arrivo delle Missionarie dell’Immacolata di Padre Kolbe, ma proprio attraverso il restauro si è voluto rendere omaggio ai Frati Conventuali, tanto che, come illustra l’architetto Mazzanti "riporremo sopra il portale l’antico stemma della confraternita, di cui abbiamo ricostruito l’iconologia grazie alla collaborazione della Sovrintendenza. Inoltre, nel ripristinare un archivolto presente sul lato sinistro della chiesa, abbiamo creato uno spazio in cui porre la statua di padre Moretti".
Jacopo Zuccari
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