Teatro La Fenice, dal 2006 ci pensa il Comune
In scadenza il contratto con la ditta Giometti
Il Comune diventerà il "solo" ed unico gestore del teatro La Fenice entro la prossima primavera. Questa sarebbe una delle sorprese sotto l’albero lasciate dall’assessore alla Cultura Velia Papa che avrebbe posto come obiettivo per il prossimo anno la gestione diretta del teatro cittadino.
Come è noto il 31 dicembre scadrà la convenzione con la ditta Giometti siglata appena un anno fa, quando cioè il comune si è trovato più o meno nella stessa situazione di oggi con la differenza che scadeva il "contratto" di gestione vero e proprio. Inevitabile chiedersi allora che fine farà la Fenice di Senigallia. Sino a poco prima di Natale si pensava che il governo cittadino avesse deciso di prendere tempo allontanando di altri sei mesi il momento della scelta definitiva, ci sarebbe stato tempo a sufficienza per lasciare che il dibattito politico avesse tutto lo sfogo necessario per capire cosa fare di una delle strutture pubbliche della città più discusse negli ultimi quindici anni. Non sono certo passate inosservate le polemiche sui costi per la costruzione, i relativi mutui e per finire, elemento certamente non secondario rispetto agli altri, le stagioni teatrali. Qualcosa però nelle ultime settimane sarebbe cambiato e l’operazione teatro avrebbe avuto una inaspettata accelerazione.
E’ probabile che tra il comune e il "vecchio" gestore, la ditta Giometti, non si sia trovato l’accordo sull’utilizzo e sugli spazi della sala chiamata "piccola Fenice". Così nel giro di due o tre mesi il Comune si troverà quasi certamente solo nella conduzione e nella programmazione del teatro e anche del settore cinema che naturalmente non sarebbe quello comunemente chiamato di "cassetta" ma vicino alla sfera dell’indipendente, ma questa è un’altra storia.
Ciò che invece dovrà trovare risposta pressoché immediata è la ricerca dei fondi necessari alla gestione. I costi fissi, o vivi, della Fenice si attestano attorno a 100 mila euro, a questa considerevole somma dovrà esserne aggiunta una altrettanto se non superiore per organizzare sia le stagioni teatrali sia quelle cinematografiche. Al momento l’assessorato alla Cultura disporrebbe di circa 300 mila euro che però non possono avere come unica destinazione il teatro. Tutta da vedere anche la forma di gestione. Non sarebbe ipotizzabile, almeno per il momento, una fondazione dato che si presuppone che vi sia una incisiva presenza di privati con forti capacità di investimento. Dunque il Comune potrebbe giocare la partita teatro creando una società ad hoc o con i propri uffici. Ultima ipotesi, anche se piuttosto remota, un consorzio con i Comuni delle valli Misa e Nevola che vantano un teatro. Il comprensorio senigalliese conta un bacino di quasi 80 mila persone e 5 teatri per quasi 1700 posti. Il più capiente è la Fenice di con oltre 870 posti che ha un palco ben attrezzato ma che a causa della grande distanza tra il prosceno e la prima fila non viene ben visto dagli artisti per presentare monologhi.
Risale al 1893 il teatro Alfieri di Montemarciano con i suoi 230 posti suddivisi in due ordini di palchi e una platea. Tra le più giovani riaperture di teatri c’è sicuramente quella del Misa di Arcevia il cui sipario è stato alzato nel 2001. È del 1863 il teatro la Vittoria di Ostra il cui progetto porta la firma di Pietro Ghinelli, nome conosciuto per le Muse di Ancona. Riaperto pochi giorni or sono il Goldoni di Corinaldo costruito nella prima metà del 1800 conta circa 250 posti distribuiti su tre ordini di palchi e il loggione.
di Marcello Pagliari
dal Corriere Adriatico
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