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“Ai tavoli della Bassetta ci si giocava il futuro”

Tutti i destini senigalliesi segnati dalle carte

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"Co’ ne sai te de la Bassetta!". Era questa la frase che spesso le avvenenti turiste straniere, in particolar modo tedesche, si sentivano dire dai "fidanzati" senigalliesi: potevano essere esageratamente belle ma non appena c’era qualcuno che chiamava il "banco", l’amante latino andava a riposo e si svegliava il giocatore incallito. E sui tavoli verdi le carte facevano scintille tanto da mandare in rovina decine di famiglie che, a questo gioco, hanno perso tutto.
"La Bassetta ha invaso la città nell’immediato dopoguerra – racconta Giuseppe Minardi – e da molto tempo non si gioca più. Si puntava ovunque era sufficiente vi fosse un tavolo per appoggiare le carte e i soldi".
I luoghi più noti dell’epoca Villa Sorriso e il circolo "La Fenice" nonché il Caffè Europa e il Bar Roma che ora non esistono più.
"Ricordo un maestro elementare che arrivava a Villa Sorriso alle 14, quando cioè finiva di lavorare, e si alzava dal tavolo alle 7 del mattino dopo per tornare a scuola. La Bassetta ti prendeva talmente tanto che non guardavi neanche le donne, se non giocavano".
Bassetta anche come "codice" di riconoscimento. "Nel 1970 con un gruppo di amici siamo andati a Berlino est per vedere la partita tra la nazionale italiana e quella di oltre cortina. Uno della comitiva aveva portato con se un pacco di salsicce e durante la partita le ha tirate fuori per distribuirle come cena. Improvvisamente ho sentito chiedere, in italiano: "Voglio una salsiccia anch’io!", così gli ho chiesto di dov’era e mi ha risposto che veniva da Senigallia. Non lo conoscevo e così gli ho rivolto una domanda in gergo: "Sai co’ è il pace de paroli?", lo sapeva ed era la prova. Gli abbiamo dato una salsiccia!". Ma non va dimenticato che la Bassetta è un gioco d’azzardo.
"Dopo un blitz di carabinieri e polizia nei primi anni ’60 alcuni giocatori sono finiti davanti al Pretore. Ad assisterli c’era un noto avvocato ma c’era poco da difendere. Così l’avvocato ha impostato la difesa sul fatto che la Bassetta era un "fenomeno sociale" e che a Senigallia tre cose erano al di sopra di tutto: la Rotonda, la Vigor e la Bassetta. Il giudice gli ha riposto tanto ironicamente quanto seriamente: "Avvocato non prendiamocì in giro!" e così è arrivata la condanna".
Minardi è protagonista di uno degli episodi più noti della Bassetta. "Nel 1972,quando mi sono sposato a Guastalla (provincia Reggio Emilia, ndr) ho invitato gli amici di Senigalli che si sono presentati in 200 e una quarantina di questi, tra loro c’era anche l’amico Goffredo Bianchelli, erano i "colleghi" della Bassetta. Cosa è accaduto? La sera prima della cerimonia ci siamo seduti al tavolo a giocare e ci siamo alzati alle prime luci dell’alba. Mi sono sistemato e poi mi sono presentato in Chiesa". Ma uno su mille è riuscito a fare fortuna grazie anche alla Bassetta.
"Mio nonno – racconta Paolo Pizzi – -aveva il fisico molto robusto e nel tempo libero andava a scaricare i sacchi di grano al porto.I soldi ricavati li utilizzava per giocare alla Bassetta e grazie ad una grossa vincita, unitamente ai suoi risparmi, riuscì ad acquistare il caffè Taccheri (i locali sono quelli che oggi ospitano l’attuale sede della Bnl e al piano superiore dei Ds) che divento appunto il famoso caffè Pizzi e tale restò fino alla fine degli anni ’50". E c’è chi è "cresciuto" con la Bassetta.
"Avevo appena 6 anni quando ho iniziato ad assaporare il gioco – afferma Enzo Marinelli -. Mio zio mi portava a Villa Sorriso e spesso dopo i primi "pastoni" (la cosiddetta "mano" di gioco) mi addormentavo su di una poltrona. Il giorno dopo alcuni giocatori si riunivano nel negozio dove vendeva le biciclette per dibattere sulla notte precedente". Famosa l’irruzione della Questura di Ancona al Bar Roma (oggi i locali ospitano un noto locale di abbigliamento all’inizio diì Corso Due Giugno, ndr) con quasi con quasi 40 persone portate in commissariato per essere interrogate. "Impossibile dimenticare quando Goffredo Bianchelli, che era il banco, appellò con epiteti piuttosto coloriti un poliziotto che da dietro le spalle gli mise la mano sulle carte e sul mucchio di soldi che erano sul tavolo".

di Marcello Pagliari
dal Corriere Adriatico

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 12 dicembre, 2005 
alle ore 9:31
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