Ascanio Celestini torna a Fano con La Pecora Nera
Al Teatro della Fortuna Giovedì 24 novembre
Un uomo che parla, una faccia essenziale, un abbigliamento qualsiasi, un posto qualunque, una comunità di persone ad ascoltare, per un unico scopo: raccontare, restituendo così al teatro la dimensione originaria del rito, dell’arte, dell’incontro.
Questa l’esperienza che promette il primo appuntamento della sezione Contemporanea di Fano Teatro 2005/2006, stagione di prosa del Teatro della Fortuna organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano e dall’AMAT, Associazione Marchigiana Attività Teatrali. Giovedì 24 novembre (buio in sala alle 21.15) Ascanio Celestini è autore e interprete di La pecora nera.
Elogio funebre del manicomio elettrico, ultimo lavoro di un esponente del teatro di narrazione tra i più apprezzati degli ultimi anni.Lo spettacolo – prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e da Fabbrica – è il frutto di un lavoro di ricerca iniziato nel 2002, quando ebbe inizio la raccolta di "storie" all’interno delle istituzioni manicomiali. In questi tre anni, infatti, Celestini ha messo insieme in diverse città italiane racconti e testimonianze sulla vita del manicomio, prima e dopo la riforma, e quella di coloro che vi vivevano e lavoravano, in primo luogo infermieri e medici, affiancato da gruppi di studenti e attori che hanno partecipato alla ricerca.
Da questo percorso è nato un progetto e, ora, uno spettacolo. Il progetto sviluppatosi direttamente all’interno della ricerca è il laboratorio Storie da legare che ha visto studenti e attori che, sotto la guida di Celestini, hanno potuto sperimentare forme e tecniche di scrittura scenica partendo dai racconti autobiografici degli operatori psichiatrici. Alcune di queste testimonianze, documentate in audio e video, sono state rappresentate, prime tracce di un percorso non ancora completo. Ora ci vengono presentate sotto forma di uno spettacolo costruito dall’insieme di molte storie, un modo di raccontare all’esterno una vicenda che rischia costantemente di rimanere solo una questione privata o un problema scientifico. Un’affabulazione scabra e solitaria sul tema dell’alienazione mentale, della condizione dei malati di mente alle prese con la loro odissea quotidiana dopo l’apertura.
"Raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po’ come facevano i geografi del passato – racconta Celestini nelle note allo spettacolo -. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di descrivergli com’era fatta un’isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com’era una strada verso l’Oriente o attraverso l’Africa. Dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli. Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio."
Ascanio Celestini ha ottenuto la sua consacrazione come attore professionista nel 2000 con due lavori, Radio Clandestina e La fine del mondo (entrambi in scena a Fano rispettivamente l’anno scorso e due anni fa). Da allora molti i premi: "Sette spettacoli per un nuovo teatro italiano" e il premio di Mario Martone al Teatro di Roma per La fine del mondo nel 2000, nel 2002 il premio UBU Speciale "per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa" e il premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per Fabbrica, e nel 2003 l’Oddone Cappellino per Le nozze di Antigone.Inizio spettacolo ore 21.15.
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