Sedici anni e tre mesi tra un gol e l’altro: la sua ultima rete in maglia rossoblù. Giorgetti l’aveva messo nel sacco nello spareggio-salvezza col Camerino, ed era il giugno ’89. Ieri è tornato, dopo un tempo apparso interminabile, percorso in massima parte tra A e B. E non poteva esserci, a sedici anni e tre mesi da quel lontano addio, ritorno migliore di questo, impreziosito da un altro gol pesante.
A dire il vero la Vigor di gol pesanti è riuscita a farne tre, ovvero il triplo di quelli (uno) messi a segno nei primi quattro turni. Ha colpito al 27′ con Pandolfi che, servito da Meletti, ha piazzato la botta forte e centrale, sotto traversa e da distanza egregia (con Lucrezia e Cingolana al Lorenzo era capitato di sbagliare da qui e lì; stavolta si è mantenuto a distanza di sicurezza e ha fatto centro). Si è ripetuta poi ad inizio ripresa proprio con Giorgetti, bravo ad andar dentro veloce e a cogliere il sacco ancora su imbeccata di Meletti. Poi, al 56′, Traiani ha servito Gian Marco Morganti, classe ’88, figlio di Gabriele; e il boy, freddo come un pezzo di ghiaccio, ha chiamato a sé Luciani superandolo con un agile movimento e depositando nella porta sguarnita.
Tre gol, il secondo e il terzo quasi d’un fiato. Troppo facile, meglio complicarsi la vita. Al 60′ Cacciatori calcia magistralmente un "piazzato" battendo un incolpevole Angiolani (che era stato bravissimo sullo 0 a 1 a stemperare un colpo di testa vincente di Cocci). Poi è il Fefi a farsi beccare in una ingenuità non da Fefi: fallo di mano intenzionale, secondo giallo per il capitano che va in anticipo sotto la doccia, e conseguente punizione che Bugiardini piazza lì, a fil di montante, per il 3 a 2. Stavolta però la Vigor tiene. Con un solo brivido (sberla ravvicinata di Grossi fuori bersaglio nel recupero). Anzi, Pandolfi potrebbe fare il quarto se l’arbitro non fischiasse la fine quando Lorenzo è ormai, palla al piede, solo davanti al portiere.

di Raoul Mancinelli
dal Corriere Adriatico